Il terrorismo e il razzismo, la
criminalità e l'immigrazione, la sicurezza e il lavoro delle
forze di polizia: sono le direttrici su cui si sviluppa 'Siamo
davvero sicuri?', il libro (edizioni Laurus Robuffo) scritto da
Massimo Montebove, poliziotto e responsabile della comunicazione
per il sindacato di polizia Silp-Cgil, e Antonella Marchisella,
scrittrice che si è occupata di terrorismo e sicurezza. Alla
domanda, i due autori rispondono attraverso una serie di
interviste ai vertici della sicurezza italiana - dal ministro
dell'Interno Marco Minniti al capo della Polizia Franco
Gabrielli fino all'ex procuratore nazionale antimafia e
antiterrorismo Franco Roberti - e a sociologi, psicologi ed
esperti: il sociologo Alessandro Orsini, che smonta i luoghi
comuni sulla sicurezza, lo psichiatra e psicoanalista Sarantis
Thanopulos, che analizza la mente dei terroristi, il docente
universitatio di demografia Gian Carlo Blangiardo, docente
universitario di demografia, che analizza il rapporto
sicurezza-immigrazione, l'esperto statunitense John Horgan, che
affronta il fenomeno dal punto di vista internazionale, il
segretario del Silp-Cgil Daniele Tissone, che delinea il ruolo
delle forze di polizia. "Oggi nessun nessun Paese può
considerarsi totalmente al sicuro dalla minaccia terroristica -
dice a Montebove e Marchisella il ministro Minniti - e questo
perché il livello di prevedibilità degli attentati è via via
diminuito nel tempo fino ad arrivare a quello che definisco
rischio a prevedibilità zero". "Dobbiamo essere consapevoli -
sottolinea invece nell'intervista Gabrielli - che viviamo
all'interno di una minaccia terroristica, insidiosa e duratura.
Ed è prevedibile che i terroristi del sedicente Califfato
continueranno a pianificare attacchi contro l'Europa per tentare
di invertire il declino della loro organizzazione". L'ex
procuratore nazionale Roberti si sofferma invece sulla forza
della 'Ndrangheta, che oggi è "più forte, più ricca e più
radicata in territori diversi da quelli di origine" rispetto al
passato. Mentre "mafia e camorra stanno tentando di
riappropriarsi degli spazi perduti, in Italia e all'estero,
soprattutto sul piano finanziario e imprenditoriale". (ANSA
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