Le prove Invalsi torneranno ad essere
requisito di ammissione per lo svolgimento degli esami di terza
media e della maturità. Così almeno si evince da una lettera
del presidente di Invalsi, Roberto Ricci, inviata nei giorni
scorsi alle scuole per l'avvio delle rilevazioni dei test
Invalsi. "Lo svolgimento delle prove Invalsi 2023 costituisce
requisito di ammissione all'esame di Stato conclusivo del primo
ciclo d'istruzione e requisito di ammissione all'esame di Stato
conclusivo del secondo ciclo", scrive infatti il presidente di
Invalsi. Lo scorso anno e quello ancora precedente le prove
Invalsi e l'alternanza scuola lavoro non furono requisito
d'accesso alla maturità.
La novità ha messo in allarme gli studenti ed ha scatenato la
loro protesta. "Nonostante le numerose proteste dello scorso
anno, per un esame di stato meno nozionistico, frontale e
performativo - dichiara Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale
dell'unione degli studenti - il ministro continua sulla strada
della disintermediazione con gli studenti, riportando
l'obbligatorietà delle prove invalsi per l'accesso all'esame.
Inoltre convoca il Forum delle Associazioni Studentesche più
rappresentative (Fast) dopo aver già deciso che le modalità
della maturità e l'obbligatorietà delle prove invalsi. Non
vogliamo solo essere ascoltati, rivendichiamo una scuola pensata
dagli studenti per gli studenti: la nostra proposta è chiara e
sviluppata su 5 pilastri secondo il manifesto nazionale della
scuola elaborato agli Stati Generali della scuola di febbraio
scorso."
"Le prove invalsi sono uno strumento per valutare gli studenti
dividendoli in aree, come se fossero dei numeri da controllare e
da esaminare - afferma Alice Beccari, dell'Unione degli Studenti
- Tutto ciò attraverso domande fatte di mere nozioni incapaci di
rendersi uno strumento utile di crescita e di formazione per gli
studenti. Nuovamente gli studenti non vengono ascoltati su
decisioni che riguardano la loro formazione e il loro futuro."
"Vogliamo l'esclusione dei P.C.T.O. come requisito e oggetto
d'esame. Vogliamo un esame che fornisca gli strumenti agli
studenti e un'elaborazione critica complessiva del proprio
percorso di studi, attraverso una prova orale con tesina
preparata dagli studenti. Vogliamo delle scuole e dei saperi
liberi e non escludenti, fonte di emancipazione e non di
nozionismo" conclude Chiesa.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA