Puliranno le aiuole ma
elimineranno anche le mini discariche abusive. Detenuti dentro
il carcere ma giardinieri e netturbini fuori. Non solo, c'è
anche chi si occuperà di revisionare le auto. Firmati, oggi a
Napoli, due protocolli d'intesa che ai detenuti offriranno
questo: formazione e lavori di pubblica utilità. Il ministro
della Giustizia, Alfonso Bonafede, è stato chiaro: "Se c'è uno
strumento che può dare dignità al detenuto quello è il lavoro
grazie al quale si può portare avanti una lotta alle recidive e
anche alla criminalità organizzata che nella disoccupazione fa
proselitismo".
E così si parte con 'Mi riscatto per Napoli', progetto che è
stato messo in atto anche in città come Roma, Palermo, Milano e
presto Torino. Si parte con quattro detenuti del carcere di
Secondigliano e l'accordo avrà una durata di 12 mesi. "E' un
progetto per me molto importante perché qui da Napoli parte un
progetto che per la prima volta include due ministeri, quello
della Giustizia e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti",
ha spiegato Bonafede che la sua prima visita "in segreto
bussando al citofono" ad un carcere, tempo fa la fece proprio a
Secondigliano. I detenuti quasi sicuramente inizieranno a
'lavorare' nel quartiere di Scampia. "Alla base di questo
progetto c'è un eccellente lavoro di cooperazione istituzionale
- ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che ha
firmato l'intesa - ci auguriamo che questo inizio si possa
implementare e che si possa cooperare al meglio tra Napoli ed il
Governo". "E' l'ennesimo risultato", per Francesco Basentini,
capo del Dap, "di una programmazione nuova, che trova supporto
nelle istituzioni nazionali e locali che ne sono testimoni e
protagoniste". C'è poi il secondo protocollo d'intesa che
coinvolge i ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture e
dei Trasporti, e che permetterà di aprire sempre nel carcere di
Secondigliano un centro autorizzato per le revisioni di
autovetture e veicoli stradali fino a 3,5 tonnellate,
all'interno del quale saranno impiegati i detenuti. "Un progetto
- ha spiegato l'assessore regionale alla Formazione, Chiara
Marciani - importante per la formazione e la buona prassi".
Nelle carceri, ha ammesso il Guardasigilli, la "situazione è
tragica". C'è il problema del sovraffollamento "che cercheremo
di risolvere con la manutenzione ordinaria e straordinaria, con
nuove carceri, con misure alternative". Ma anche, dice,
Bonafede, con "progetti piccoli che possono dare speranza come
distribuire computer che possono dare la possibilità di avere un
collegamento via Skype con la famiglia, naturalmente tutto in
piena sicurezza". Attenzione Bonafede la riserva anche alla
polizia penitenziaria: "Stiamo investendo su questo ruolo,
nessuno racconta mai quanto sia importante nell'attività di
prevenzione, ad esempio contro il terrorismo". Ma è il lavoro
dei detenuti sul quale il ministro punta. "Il principio della
certezza della pena ci deve essere sempre ma il lavoro, oltre al
detenuto, serve anche alla società esterna e ad annullare la
distanza che al momento è siderale tra i cittadini e quello che
accade dentro un carcere - ha concluso - E poi basta incrociare
lo sguardo di un detenuto che lavora per cogliere l'energia ed
il gusto di una vita onesta".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA