Nuova aggressione nei confronti di
di agenti della polizia penitenziaria in servizio nella Casa
Circondariale di Cagliari-Uta. A darne notizia è Luca Fais,
segretario regionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo
Polizia Penitenziaria (Sappe).
"Ogni giorno succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario
denunciare quel che accade tra le sbarre delle carceri sarde e
italiane - osserva - A pochi giorni da un'apposita nota di
allarme inoltrata al Provveditorato Regionale della Sardegna
sulla pericolosità di alcuni detenuti presenti nel penitenziario
di Uta, si è verificata un'aggressione di un detenuto straniero
che rischiava di trasformarsi in un disastro. Il detenuto,
appena uscito dall'infermeria per essere accompagnato per motivi
disciplinari all'isolamento, si è scagliato con delle lamette in
mano contro i poliziotti in segno di protesta per il
provvedimento adottato nei suoi confronti. Solamente grazie alla
prontezza degli agenti venivano evitate conseguenze disastrose,
come accaduto a Prato".
"Non si può andare avanti in queste condizioni, i
penitenziari sardi stanno diventando il luogo di accoglienza di
numerosi detenuti stranieri, provenienti dalle carceri della
penisola, di difficile gestione e con diversi provvedimenti
disciplinari a carico - denuncia Fais - Lo stesso detenuto è
stato oggetto di numerosi rapporti disciplinari e in conseguenza
di tale comportamento deve scontare una notevole quantità di
giorni in isolamento. Questa tipologia di detenuti necessità di
un controllo costante dei poliziotti che attualmente continuano
ad essere insufficienti, specialmente nel ruolo dei
Sovrintendenti e degli Ispettori la cui carenza si aggira
intorno al 70% dell'organico ministeriale previsto".
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