Per il Pnrr sono "indispensabili"
trasparenza e un sistema di controlli ed è "decisiva" per la
sua riuscita (una "salita particolarmente ripida" ), la
rinegoziazione di alcune misure, spostando gli investimenti meno
urgenti su altri finanziamenti. Nel Codice degli appalti sono
state introdotte troppe deroghe e "scorciatoie" pericolose. E
nel dl sul Ponte sullo Stretto di Messina, c'è una grossa pecca,
uno "squilibrio" nel rapporto tra la parte pubblica e quella
privata, che si traduce in un danno per la prima.
Il presidente dell'Anac Giuseppe Busia, presentando nella
sede della Camera la relazione annuale sull'attività
dell'autorità anticorruzione, affronta tanti dei temi in cima
all'agenda politica e chiede che non ci siano "passi indietro"
nella lotta alla corruzione. Messaggi che suonano, almeno in
parte, come critiche al governo, che si appresta tra l'altro a
abrogare l'abuso d'ufficio e a modificare il traffico di
influenze illecite.
I richiami più diretti all'esecutivo sono sul Ponte e sul
Codice degli appalti. Nel dl sull'opera pubblica che collegherà
Sicilia e Calabria, c'è "uno squilibrio nel rapporto tra il
concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico,
sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei
rischi", avverte Busìa, lamentando che proposte emendative
presentate dall'Anac per correggere questa stortura non siano
state accolte dal governo. Le maggiori critiche si appuntano
però alle nuove norme sugli appalti che entreranno in vigore il
primo luglio. "La deroga non può essere la regola" avverte il
presidente dell'Anticorruzione, che poi punta l'indice su quelle
che definisce le "scorciatoie foriere di rischi": come
l'innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti, specie
per servizi e forniture, o l'eliminazione di avvisi e bandi per
i lavori fino a cinque milioni di euro.
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