Ampliato il ricorso al subappalto
nell'ambito dei contratti tra privati che riguardano la
ricostruzione nei comuni del cratere del sisma 2009 in Abruzzo.
L'Anac ha dato il via libera all'ampliamento del ricorso al
subappalto oltre la quota del 30% dei lavori prevista fino a
oggi.
La decisione, fa sapere l'Anac, nasce dal parere richiesto
all'Autorità dall'Ufficio speciale per la ricostruzione privata
per i comuni del cratere in merito alla corretta interpretazione
del limite di percentuale del 30% stabilito per gli interventi
privati di ricostruzione post sisma e le modifiche in tema di
subappalto contenute nel codice dei contratti pubblici che
invece, per essere compatibili con la direttiva Ue 24 del 2014,
superano tale limite.
All'origine dell'ampliamento, viene spiegato dall'Autorità,
c'è un'interpretazione diversa della giurisprudenza in materia:
"la disciplina del subappalto nei contratti tra i privati - si
legge in una nota - può essere rinviata a quella nei contratti
pubblici e il riferimento al limite del 30% può ritenersi
superato".
In favore di tale interpretazione Anac ricorda che "il
decreto sul sisma del 2016, a differenza di quello sul sisma del
2009, disciplina il ricorso al subappalto facendo espresso
rinvio al codice appalti pubblici vigente. Se non venisse
consentito il superamento del limite del 30% nei contratti tra
privati per la ricostruzione post sisma 2009, si avrebbe
l'applicazione di una norma non solo più rigida rispetto a
quella applicata ai contratti privati per la ricostruzione del
sisma del 2016, ma addirittura rispetto a quella attualmente
applicata ai contratti pubblici. Una conseguenza - sottolinea
l'autorità - immotivata e paradossale".
"L'ampliamento delle possibilità di ricorso al subappalto
consente una maggiore apertura alla concorrenza e una
accresciuta possibilità di selezionare operatori economici
qualificati e in grado di garantire l'uso di tecnologie e
materiali moderni", conclude Anac, il cui Consiglio ha
deliberato anche di comunicare la nuova interpretazione al
Governo e al Parlamento, oltre al Consiglio di Stato, "ai fini
delle possibili iniziative per la redazione del nuovo Codice
degli Appalti".
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