Dallo scorso 8 novembre, data in cui
sono entrate in funzione le nuove regole, nella metà delle
classi in cui si è palesato un caso positivo è scattata la
quarantena solo per il soggetto interessato. Mentre gli altri
hanno potuto proseguire con le lezioni "in presenza". A conti
fatti, perciò, il ricorso generalizzato alla didattica a
distanza è stato più o meno dimezzato. E' quanto emerge da un
sondaggio realizzato da Skuola.net che ha cercato di tracciare
un bilancio a oltre due mesi dal via intervistando oltre 5.000
alunni delle scuole superiori.
Dalle risposte emerge che le Asl e le scuole che si
starebbero mostrando abbastanza celeri nella gestione del
processo di screening.
Laddove sono stati riscontrati casi isolati, il resto della
classe ha quasi sempre potuto proseguire senza perdere neanche
un giorno di scuola "in presenza": solo il 19% è dovuto restare
in Dad per uno o più giorni da "negativo". Anche se, tra questi
ultimi, circa 1 su 3 ha dovuto aspettare più di tre giorni prima
di poter rientrare a scuola; un altro 30%, invece, ha atteso tre
giorni esatti; mentre per il 23% si è trattato di un paio di
giorni e per il 15% di una sola giornata d'attesa. Ma si tratta
più di un'eccezione che della regola.
Non sempre la Dad è imputabile al virus. Infatti ci sono
istituti in cui gli spazi, pur derogando alla norma sul metro di
distanza, non sono sufficienti a garantire il rispetto in toto
del protocollo ministeriale: il 4% degli intervistati dice di
dover alternare giorni di scuola in presenza con giornate di
scuola "a distanza" proprio per questo motivo. Un dato stabile
rispetto al precedente monitoraggio di Skuola.net, realizzato ad
un mese dall'inizio dell'anno scolastico.
Tirando le somme, da inizio anno ad oggi è circa l'85% degli
studenti delle scuole superiori a non aver trascorso nemmeno
un'ora in Dad o a non aver avuto in classe compagni costretti a
farlo. Ma è innegabile che l'aggravarsi della situazione
pandemica abbia avuto un effetto diretto su questo dato: un mese
fa erano infatti di gran lunga di più, ovvero il 94% del
campione. E il peggioramento è tutto imputabile all'aumento dei
casi di quarantena o di isolamento dei soli casi positivi.
Ma, numeri a parte, i ragazzi come stanno vivendo le nuove
regole? Non tutti sembrano essere d'accordo con la linea
adottata dal Governo: il 56% del campione avrebbe preferito
rimanere col vecchio sistema (Dad per tutti al primo caso) in
quanto più adatto a tutelare la loro salute e quella delle
proprie famiglie, mentre il 44% appoggia in pieno la nuova
procedura, che consente di dare maggior continuità all'anno
scolastico. Ampio consenso, invece, per l'introduzione della
disciplina "differenziata" per il rientro in classe degli
studenti in quarantena (più breve per i vaccinati, più lungo per
i non vaccinati): più di 6 su 10 sono favorevoli a dare un
vantaggio a chi ha deciso di immunizzarsi.
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