Lo chiamano 'il testone' e lo
coinvolgono anche come paciere in un dissidio sorto all'interno
della giunta comunale di Saint-Pierre, da poco eletta. Il nome
dell'allora presidente della Regione, Augusto Rollandin (che non
risulta indagato) emerge almeno una trentina di volte
nell'ordinanza del gip di Torino riguardante l'inchiesta
'Geenna' sull'infiltrazione della 'Ndrangheta in Valle
d'Aosta.Per risolvere un dissidio interno alla giunta comunale
di Saint-Pierre, di cui era stata protagonista Monica Carcea,
una degli indagati nell'inchiesta, viene coinvolto anche Augusto
Rollandin, all'epoca dei fatti presidente della Regione. "La
cosa importante che emerge dalla conversazione - commenta il gip
riguardo a un'intercettazione - resta comunque il fatto che dopo
le elezioni comunali c'è stato un incontro con il Presidente
Rollandin al quale hanno partecipato sicuramente Carcea Monica e
Di Donato Marco Fabrizio (anch'egli indagato e considerato dagli
investigatori il 'capo' della locale valdostana ndr)".
(" ...sai cosa mi ha detto, quando sono andato con Monica?')"
si legge in un'intercettazione di Di Donato. "Nella circostanza
quest'ultimo ha sottolineato la buona riuscita dell'elezione per
la Carcea ("minchia come è passata") e con tale risultato ha
potuto richiedere l'appoggio di Rollandin per un incarico
rilevante da affidare alla donna", scrive ancora il giudice.
Rapporti, quelli tra Di Donato Marco Fabrizio e Rollandin,
che non si limitavano al 'dossier Saint-Pierre': "Emerge come
Gianni Mongerod (esponente dell'Union valdotaine e funzionario
regionale, addetto alla sicurezza del palazzo regionale ndr) e
Ego Perron (ex assessore alle finanze) siano il tramite per
consentire a Marco Di Donato di arrivare a contattare l'allora
Presidente della Regione Valle d'Aosta, Rollandin Augusto ["per
farli riprendere a lavoro ... gli ho detto glielo puoi andare a
dire al 'testone' si, si, si"], detto 'il testone'".
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