Sono in tanti che questa mattina a
Corleone, avendo appreso della morte di Totò Riina, hanno
sperato che con la fine del padrino anche Cosa Nostra possa di
colpo svanire come un bruttissimo ricordo. Ma al di là degli
auspici, la politica e la cosiddetta società civile si sforzano
di riportare tutti alla dura realtà. Per il presidente del
Senato Pietro Grasso - già magistrato e giudice a latere nel
primo maxiprocesso a Cosa Nostra - "la pietà di fronte alla
morte non ci fa dimenticare il sangue versato". Senza sconti
il giudizio della presidente della Commissione Antimafia, Rosy
Bindi, per la quale "la sua fine non è la fine della mafia
siciliana". C'è poi chi ricorda che Riina "fino alla fine non si
è mai pentito", lo fa Franco Roberti, procuratore nazionale
antimafia. Per Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso a
Capaci dalla mafia, "resta forte il rimpianto che in vita non ci
abbia svelato nulla della stagione delle stragi e dei tanti
misteri legati a lui".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA