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gb - Nel Regno dei morti ora si evoca una commissione d'inchiesta

6 maggio

Redazione ANSA LONDRA

Il sorpasso ai danni dell'Italia per numero di decessi ha riacceso il dibattito nel Regno Unito sull'opportunità di un'inchiesta pubblica indipendente, a tempo debito, per valutare la risposta governativa all'emergenza coronavirus e le sue lacune. E per la prima volta da Downing Street non si esclude più qualcosa del genere, una volta superata la pandemia. "Ci sarà il tempo per farlo", ha aperto infine uno spiraglio a una commissione lo stesso Boris Johnson. Ora che il computo dei decessi britannici da Covid-19 è diventato il più alto d'Europa, secondo solo agli Stati Uniti a livello globale, riaffiorano sui media nazionali i rilievi critici dei molti che negli ultimi due mesi non hanno condiviso la strategia dell'esecutivo. Dai tentennamenti delle prime settimane alla sospensione prematura del tracciamento dei contagi, dalla mancanza di presidi di protezione (Dpi) per gli operatori sanitari ai ritardi nei test: sono alcune delle accuse che alcuni scienziati, medici e sindacalisti hanno imputato al governo. Che da parte sua ha si è sempre trincerato dietro il rispetto delle raccomandazioni dei suoi consulenti scientifici.


Anche nei giorni scorsi, interpellato sull'argomento, il ministro degli Esteri Dominic Raab, supplente di Johnson durante l'assenza per coronavirus del premier, aveva ribadito una volta di più che un'ipotetica commissione d'indagine non era una priorità: "Quando avremo superato questa crisi, faremo le valutazioni del caso". Ma di fronte al primato continentale dei morti, pur insistendo sulla fallacia di comparare le differenti modalità di conteggio tra i diversi paesi, anche Downing Street sembra essersi rassegnato ad assumere una una posizione più morbida. Senza rifiutare a priori di lasciar verificare il proprio operato da soggetti terzi e a "trarre lezioni", seppure solo a bocce ferme e dopo che l'emergenza sarà finita per tutti, come suggerito dallo stesso Johnson, nel suo primo Question Time alla Camera dei Comuni dopo la malattia. "In ogni momento siamo stati guidati da un solo principio: salvare le vite umane e proteggere il sistema sanitario nazionale - le parole del primo ministro -. Verrà il tempo per valutare le decisioni che abbiamo preso e se avremmo potuto prenderne di diverse".

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