Non ce la fanno più a Guayaquil, capoluogo della provincia meridionale di Guayas, ad occuparsi dei cadaveri delle vittime del coronavirus nella provincia ecuadoriana di Guayas. E' qui che si concentra quasi l'80% dei casi di contagio registrati nel Paese. Di fronte alla allarmante situazione Otto Sonnenholzner, vicepresidente della repubblica, non ha trovato di meglio che ordinare la preparazione di una fossa comune dove saranno trasferiti i corpi delle persone decedute. Su quel sito sarà costruito in futuro un 'Mausoleo alle vittime del coronavirus'.
L'elemento che ha attirato l'attenzione degli studiosi è che l'Ecuador, con i suoi 1.627 contagiati ed i 41 morti, è il Paese leader in America latina per vittime pro capite.
Le statistiche indicano che il Brasile è il Paese più colpito (3.417 contagiati e 92 morti) della regione, ma l'Ecuador ha 12 volte meno abitanti del gigante brasiliano, ed un territorio 30 volte più piccolo.
L'epidemiologo Esteban Ortiz spiega che "qui non abbiamo messo in atto tutte le misure necessarie per affrontare una emergenza di simili dimensioni". La prova? Giorni fa, in piena crisi, la ministra della Sanità, Catalina Andramuno, si è dimessa denunciando la carenza di risorse per contrastare il Covid-19.
Ortiz sostiene poi che non si deve sottovalutare una ragione di fondo per spiegare cosa accade in Ecuador: le profonde relazioni con la Spagna, grande focolaio europeo del coronavirus.
In Spagna vive una comunità di 422.000 ecuadoriani, "e all'inizio dell'anno - spiega - i famigliari degli emigrati vanno e vengono fra Madrid, Quito e Guayaquil". Di fatto, il 'paziente zero' in Ecuador è stata una donna di 71 anni arrivata il 14 febbraio da Torrejón de Ardoz, vicino a Madrid.