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L'analisi / 17 aprile Pre-incarico o esplorativo? Dubbi Colle, certezza è niente voto

Mattarella farà la sua mossa per superare lo stallo

Fabrizio Finzi ROMA

Una notte di riflessione e poi Sergio Mattarella farà la sua mossa per superare uno stallo che si protrae ormai da oltre un mese. Il presidente deve scegliere tra due formule simili ma con potenzialità diverse: una più diretta, il pre-incarico per vedere il gioco di Lega e M5s stelle; la seconda più flessibile, un incarico esplorativo che avrebbe nella sua faretra più frecce e quindi diverse maggioranze da tentare. I dubbi del Capo dello Stato saranno sciolti quasi sicuramente domani attraverso la formula classica. Un comunicato avvertirà che il signor X è stato convocato al Quirinale all'ora Y. Da questa nota sapremo chi ha scelto il presidente per tirare fuori l'Italia dalle secche.

Poi un'ora prima dell'appuntamento al Colle aprirà la sala stampa. Il segretario Generale del Quirinale Zampetti, dopo il colloquio tra Mattarella e il presidente incaricato, leggerà ai giornalisti la formula di rito con la quale si capirà qualcosa in più. Alla fine dovrebbe parlare anche chi avuto l'incarico. Aldilà delle formule, il riserbo del Quirinale è totale in queste ore: Mattarella è chiuso con i suoi più stretti collaboratori che gli riportano anche i sussurri dei due protagonisti del momento: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ma non solo, anche i segnali che vengono dal Pd vengono letti in filigrana. L'unica certezza che filtra dal palazzo che fu dei Papi è che Mattarella non ha la minima intenzione di riportare il Paese al voto subito. Soprattutto a tempi di record e con questa legge elettorale che porterebbe - in caso di ritorno alle urne - aggiustamenti minimi, non tali da esprimere una chiara maggioranza. In queste ore il toto-nome impazza e allora per puro divertimento proviamo a fare una mini-classifica sulla quale non scommettere: in pole la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che avrebbe il pregio di essere la seconda carica dello Stato e molto vicina a Silvio Berlusconi.

Una sua esplorazione può essere letta in bianco e in nero: la sua vicinanza al Cavaliere potrebbe metterla in difficoltà in trattative serrate tra Di Maio e Salvini. Al contrario, proprio la sua vicinanza a Berlusconi potrebbe essere utile a far ragionare un Cavaliere particolarmente reattivo in questi giorni. Infine, Casellati potrebbe essere anche la persona giusta per archiviare la via Lega-M5s e passare ad altro. Ad esempio a una sorta di Governissimo. Dietro la Casellati rimane Roberto Fico. La storia politica del presidente della Camera non è certa quella giusta per favorire un accordo dei Cinque stelle con il centrodestra, ma sarebbe perfetta per aprire un varco nel Pd. Naturalmente nessuno può escludere che Mattarella tiri fuori il coniglio dal cilindro e chiami a sorpresa una figura terza. Magari istituzionale, come il presidente della Consulta. Magari politica, come Giancarlo Giorgetti, braccio destro dialogante di Salvini, il cui nome gira da giorni e giorni. Naturalmente c'è la via diretta con un pre-incarico a Matteo Salvini o a Luigi Di Maio (meno probabile). In mezzo, sempre più vicine, le elezioni regionali in Molise e in Friuli Venezia Giulia. E' inutile ripetere che i numeri parlamentari delle politiche ci sono dal 4 marzo scorso e che Molise e Friuli non porteranno nuovi seggi alle Camere. Influiscono eccome! Basta vedere il piccolo Molise dipinto come l'Ohio, stato americano il cui risultato può essere decisivo per la formazione del collegio dei grandi elettori presidenziali. Considerando che Mattarella sceglierà domani, 18 aprile, è lecito prevedere che il presidente incaricato si prenda almeno una settimana, dieci giorni per riferire al presidente. Ecco che saremmo al 28 aprile, vigilia del voto in Friuli. Chiunque aspetterebbe qualche altro giorno...Forse anche Mattarella che arrivando a maggio escluderebbe per tempi tecnici un ritorno al voto prima dell'estate.

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