Brian de Palma festeggia i suoi 75 anni a Venezia dove viene omaggiato col premio Jaeger leCoultre Glory to the Filmaker. Sperimentatore e decadente, romantico ma affascinato dalla tecnologia, barocco ma geometrico: il cinema di Brian de Palma (nato l’11 settembre 1940), è stato per troppo tempo rubricato come ennesimo erede ed epigono del maestro del brivido, Alfred Hitchcock. Definizione sbrigativa, oltre che incompleta.
De Palma non solo ha dimostrato con film come Redacted di sapersi portare ben oltre i confini del thriller ma difficilmente la sua passione e il suo coinvolgimento, psichico ed estetico, con la fascinazione del cinema potrebbe essere ridotto ad un perfezionamento dei meccanismo del poliziesco. Figlio di un chirurgo, appassionato di fisica e matematica (da studente ha vinto premi su queste materie), De Palma è un talento precoce che a vent’anni vince il suo primo premio per un cortometraggio che poi viene invitato e premiato in vari festival.
In uno dei suoi primi film, Hi Mom!, il reduce dal Vietnam Robert De Niro, in una delle sue prime consacrazioni, gira un film sul pianerottolo di casa che si intitola Peeping’s Tom Style e che diventa la sua ossessione. C’è già tutto l’universo De Palma: il riferimento a L’Occhio che uccide (Peeping Tom in originale) di Powell e Pressburger, l’ossessione per la visione, l’identificazione del regista con lo spettatore ecc. Temi che torneranno in un costante dialogo con le sequenze più note di Hitchcock in film come Vestito per uccidere, Omicidio a lucio rosse, Complesso di colpa, Blow out e perfino nei gangster movie come Gli Intoccabili o Carlito’s Way.
Ma non siamo mai di fronte a gelide citazioni o colti riferimenti cinefili: l’impasto che De Palma crea in ogni film tra le acrobazie tecniche, la musica fiammeggiante, i personaggi dolenti ha creato uno stile unico e riconoscibile esaltato dalla maestria “nel combinare e armonizzare azioni che si svolgono nello stesso luogo, il tempo che si congela nel ralenti, i conflitti che esplodono in più regioni di spazi limitati, l’azione che si moltiplica e ripercuote ovunque nella sequenza insieme agli stati d’animo dei personaggi” (Delitto per delitto) : basti pensare alle celebri sequenze della carrozzina alla stazione di Chicago in Gli intoccabili, dell’attacco nella sala da biliardo in Carlito’s Way, del finale di Scarface. Per non parlare di quella scena che andrebbe mostrata in ogni scuola di cinema: dieci minuti di pedinamento e seduzione silenziosa tra Michael Caine e Angie Dickinson all’interno di un museo in Vestito per uccidere.
Anche per tutto questo, la Mostra di Venezia lo premia. Per Alberto Barbera, direttore della Mostra del cinema, De Palma è “uno dei registi più abili nel costruire con grande libertà creativa perfetti meccanismi narrativi, sperimentare nuove soluzioni tecniche, tradire le regole classiche del linguaggio, abbandonarsi a virtuosismi estetici, celebrare autori amati. Di fronte a un film di Brian De Palma si torna spettatori di grado zero”.