ROMA - Salvare vite umane "prima di tutto". "Ostacoli" e "barriere" "favoriscono il ricorso a vie alternative e più pericolose di migrazione irregolare". Chi invece chiede l'apertura di canali legali per l'accesso di migranti in Europa avanza "proposte che vanno nel senso indicato dal Papa": "tutto quello che può assicurare il rispetto delle persone, della loro dignità e dei loro diritti è ben accolto e va promosso". Perché "non è tanto chiudendo, costruendo muri, impedendo in maniera a volte forte, che si può risolvere questo problema". Ma, ad esempio, con "corridoi umanitari" ("un precedente molto buono") e, soprattutto, con l'accoglienza "concreta". Il segretario di Stato Vaticano, cardinal Pietro Parolin, interviene al Forum sulle migrazioni e sulla pace, promosso a Roma dal nuovo dicastero per lo Sviluppo umano integrale, dallo Scalabriniani International Migration Network (Simn) e dalla Fondazione Konrad Adenauer. E richiama l'attenzione sulla responsabilità degli Stati, che talvolta "sembrano rifugiarsi in ristrette aree di interesse e chiusure nazionalistiche più o meno nascoste".
"Ogni Stato - ha sottolineato il cardinale - ha certamente diritto di controllare i suoi confini, decidere chi far entrare, e ha differenti possibilità di accoglienza". "Occorrono saggezza e prudenza". Ma in generale "i 244 milioni di migranti del 2016 sono una sfida all'umanità.La migrazione internazionale non può considerarsi emergenza transitoria, è una componente strutturale che occorre affrontare con sinergia a livello globale, con un programma sistematico e articolato di interventi, condiviso a livello multilaterale, con strategie e misure organiche di sistema, con condivisione di oneri e responsabilità". Cooperazione, dunque, "a tutti i livelli".
Le migrazioni, ha puntualizzato, non vanno vissute come "apprensione, presa a pretesto per scopi elettorali e di calcoli di vario genere". In un contesto di economia inclusiva è "evidente" il "contributo offerto dai migranti ai Paesi di accoglienza", mentre le loro rimesse alle nazioni di origine "sono inestimabili contributi" per la "diminuzione della povertà in patria".
L'integrazione è su un doppio binario, vanno rispettate necessità ed esigenze di chi arriva e di chi accoglie. Ed è necessario "accompagnare con politiche di flessibilità lavorativa e di offerta formativa, verifica di risultati, assicurando in pari tempo, in condizioni di sicurezza, l'accesso ai servizi sociali, al lavoro, ad alloggi adeguati, evitando che si formino condizioni che favoriscono il dilagare dei fondamentalismi".
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