Il coraggio e la fiducia sono le forze su cui costruire il nuovo mondo post-Covid a partire da infrastrutture, digitale, nuovi modelli nelle catene del valore e nei modi di vendere. Parte da questa visione l'edizione speciale dell'EY Capri Digital Summit "A New Brave World", organizzata a Roma con personalità dell'economia e delle istituzioni.
"La sfida è epocale, soprattutto in materia di digitalizzazione", dichiara il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel suo intervento, dove manifesta la volontà di destinare al digitale almeno il 20% dei fondi del recovery plan.
Altre priorità per il governo le indicano il ministro della Salute, Roberto Speranza, che sottolinea l'importanza di "un disegno di ridefinizione, di rilancio, di riforma del sistema sanitario nazionale" e il ministro dell'Università, Gaetano Manfredi, che sprona il sistema industriale a investire di più e "mettere l'innovazione e la ricerca al centro della sua competitività".
Il ceo per l'Italia di Ey, Massimo Antonelli osserva che "sta cambiando il modo in cui viviamo, lavoriamo e facciamo impresa e avviare il Paese verso un percorso di crescita sostenuta è l'unica risposta possibile". Quindi richiama all'importanza di una pubblica amministrazione che funzioni, una formazione di qualità e più collaborazione tra pubblico e privato.
Un altro nodo chiave sono le infrastrutture, un settore su cui l'Italia è ancora distante dagli altri grandi paesi europei con investimenti di circa 133 miliardi di euro nel 2019, il 7,5% del Pil, mentre in Germania e Spagna sono il 9%, e in Francia circa l'11%.
In questo contesto, l'occasione rappresentata dai fondi europei in risposta alla crisi è unica: "in termini reali il pacchetto Next Generation EU vale per l'Italia due volte e mezzo circa gli investimenti del piano Marshall", osserva la responsabile mercati dell'area Med di EY, Stefania Radoccia, evidenziando la necessità di."puntare sui settori già forti, ad alto potenziale di crescita e in forte bisogno di trasformazione" e di creare nuovi leader, soprattutto donne.
Ed è una donna leader a chiudere i lavori della prima giornata, Esther Duflo "l'unica economista vivente ad aver vinto il premio Nobel per l'economia, - si presenta - anche se fortunatamente non sarà ancora per molto tempo". Duflo dice alla platea di manager e imprenditori che "la prima prima responsabilità sociale delle imprese non è massimizzare i profitti, ma avere rispetto". Rispetto per i consumatori, il governo (e le tasse), la dignità dei lavoratori e il pianeta Terra.
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EY