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Metaverso: Iit, nel corpo virtuale per ridurre i pregiudizi

Torino ANSAcom
Spesso si dice che per capire un'altra persona bisogna 'mettersi nelle sue scarpe". Ora, con il Metaverso, è possibile davvero mettersi nei panni dell'altro riuscendo, ad esempio, a ridurre i pregiudizi o la violenza. Il tema è stato presentato al Festival del Metaverso organizzato a Torino dall'Angi, da Salvatore Maria Aglioti, Responsabile Neuroscience and Society dell'Istituto Italiano di Tecnologia.
"Il tema della mia ricerca - spiega - è come il Metaverso possa cambiare gli aspetti psicologici molto fondativi sia singoli sia collettivi. Il corpo, anche virtuale, quando pensiamo di averne il controllo, ci influenza da un punto di vista psicologico". Aglioti cita come esempio una persona bianca che ha un corpo virtuale nero. "Dagli studi - dice - è emerso che anche il pregiudizio implicito è ridotto dalla semplice esposizione a un corpo nero per 15 minuti". Il Metaverso dunque come "uno strumento importante sia per gestire processi piscologici individuali, ma anche sociali, per cambiare il modo con cui reagiamo agli altri". Altri esempi sono il bullo bullizzato virtualmente o "gli abusatori domestici messi nella realtà virtuale in un corpo di donna con un avatar che si comporta con loro come loro si comportavano con la partner. Queste persone hanno reazioni molto forti perché sentono l'esperienza. Siamo ovviamente agli inizi - conclude -, bisogna essere molto cauti anche sugli effetti, è un campo che si sta aprendo ma che ha molte prospettive nell'ambito della psicologia, della neurologia e delle scienze umane in generale".

In collaborazione con:
Angi

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