MILANO - Le associazioni del franchising sono contrarie ad una modifica della legge che regolamenta il settore, ad eccezione di Iref Italia, la Federazione delle reti europee di partenariato e franchising, promotrice della proposta di riforma allo studio del Senato. Dopo l'incontro con la senatrice, Elena Fissore, al Salone del franchising di Milano, Assofranchising, Confimprese e Federfrachising, che insieme rappresentano il 70% del mercato, hanno evidenziato che l'attuale legge è "buona, chiara, funziona e tutela gli operatori e la trasparenza del settore". La normativa in vigore dal 2004 "rispetta i dettami comunitari", spiega il vicepresidente di Assofranchisng, Italo Bussoli, sottolineando che "le aziende non sentono l'esigenza di ulteriori lacci e lacciuoli", soprattutto con il perdurare della crisi economica e finanziaria. Il vicepresidente esecutivo di Confimprese, Francesco Montuolo, auspica di estendere la discussione "al tema dell'identificazione degli operatori in franchising su cui da tempo stiamo cercando di sensibilizzare le istituzioni competenti". Anche perché "il settore continua a dare segnali di crescita positivi, dunque merita maggiore attenzione, attraverso l'individuazione di strumenti che ne rafforzino lo sviluppo", aggiunge Luisa Barrameda, coordinatrice nazionale Federfranchising-Confesercenti. L'unica voce fuori dal coro è Iref, che chiede "maggiore trasparenza", come sottolinea il presidente, Mirco Comparini, in prima linea nella proposta di riforma che punta a "migliorare la legge", soprattutto per quanto riguarda la "metodologia nelle informazioni pre-contrattuali".
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