Nel periodo gennaio-luglio l'export italiano è cresciuto del 3,2% sullo stesso periodo dell'anno precedente, ma chiuderà l'anno con un +3,4% sul 2018: i dati emergono dal rapporto Export di Sace Simest (gruppo Cassa depositi e prestiti) presentato oggi nel corso di un evento a Firenze a cui hanno partecipato anche rappresentanti di Dedalus Italia, Lucart e Seco.
Secondo il rapporto, l'export italiano nel prossimo triennio (2019/2022) crescerà con una media annua del 4,3% arrivando a sfiorare i 500 miliardi di euro già nel 2020 e superando i 540 miliardi nel 2022. Tra i mercati esteri di sbocco a più alto potenziale di crescita, il rapporto Sace evidenzia Brasile, Emirati Arabi Uniti e India. Secondo il rapporto Sace Simest però l'Italia potrebbe soffrire degli effetti di un'escalation protezionistica degli Usa. Se Washington decidesse, nel corso del 2019, di imporre un dazio del 25% sui prodotti provenienti da Pechino e sulle importazioni di autoveicoli dal mondo le esportazioni italiane aumenterebbero più lentamente: +3,2% anziché +3,4% nel 2019 e +3,4% anziché +4% nel 2020. Ulteriori rallentamenti dell'export italiano, spiega Sace, potrebbero derivare da una frenata cinese dopo i dazi Usa, dal rallentamento della Germania e da una Brexit no deal. "L'Italia - ha detto Salvatore Rebecchini, presidente Simest - dipende tantissimo dall'economia tedesca, in particolare per quanto riguarda la componente automobilistica. Quello che succede in Germania è molto più importante per noi rispetto agli altri Paesi europei".
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Sace