PORDENONE - "L'idea del libro è iniziata una decina di anni fa e la stesura cinque, ma sono veramente stupita dal fatto che i temi affrontati siano ancora di così grande attualità". Lo ha affermato oggi Francesca Melandri, a Pordenonelegge, alla presentazione di "Sangue giusto" (Rizzoli), un romanzo che affronta anche il fenomeno delle migrazioni.
"Mi illudevo - ha proseguito Melandri - che la Bossi-Fini sarebbe stata cambiata, che la legge sullo Ius soli già ci fosse, invece purtroppo non è così. Quindi è più tristemente di attualità di quello che speravo. Con questo lavoro si conclude quella che io definisco la 'trilogia dei padri', oltre ad affrontare il problema del post-colonialismo e del rapporto piuttosto superficiale che gli italiani hanno con la propria memoria storica, arrivando a toccare il problema delle migrazioni, che sembrano sempre trovarci impreparati, quando invece si potrebbero pianificare diversamente".
Quanto alla diaspora delle popolazioni dai Paesi teatro di conflitti, o alle prese con miseria e privazioni, per la scrittrice "tutti quelli che dicono 'fermiamo questo fenomeno' o sono in malafede o veramente non hanno capito quello che sta succedendo. Le migrazioni non si possono fermare con la semplice volontà, l'unica cosa possibile è gestirli diversamente". Invito finale alla platea che ha seguito i suoi incontri: "Leggere aiuta a non spaventarsi di fronte alle complessità della nostra epoca".
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