TRENTO - "Il fatto che moltissimi ragazzi, terminati gli studi, decidano di emigrare non è necessariamente un dramma. Fare nuove esperienze all'estero può essere importante per la propria formazione. E del resto l'Italia è un Paese triste, un po' deprimente, per i giovani: altrove l'idea del futuro è molto meno cupa di quanto non lo sia qui da noi". A dirlo, al Festival dell'economia a Trento, è stata Agnese Moro, figlia dello statista democristiano, in un confronto con i rappresentanti della Consulta provinciale degli studenti di Trento.
Agnese Moro ha attribuito le responsabilità di questa stagnazione italiana in primo luogo agli adulti: le disillusioni di chi negli Anni Settanta credeva nella possibilità di cambiare il mondo agiscono oggi come ostacolo nei confronti delle speranze dei più giovani. Sono i genitori, spesso, a scoraggiare gli entusiasmi dei propri figli. "E invece ha detto ai ragazzi - dovete riappropriarvi dei vostri sogni, coltivarli e cercare di realizzarli. L'articolo 3 della Costituzione impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona. Ma attenzione: spesso quei limiti siamo noi a fabbricarceli, creandoci degli alibi che giustifichino la nostra accettazione passiva del presente. È indispensabile creare delle occasioni che possano far uscire ciascuno dal guscio della propria individualità e riscoprire il valore del dialogo e del confronto collettivo".
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