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Festival economia: studio, poca crescita se ampio gender gap

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TRENTO, 2 GIU - "Il gender gap, la disuguaglianza di genere, in politica e in economia, influisce sul tasso di crescita di un Paese e sul suo grado di mobilità sociale". Ad affermarlo al Festival dell'economia a Trento è Alessandra Casarico, docente di Scienza delle finanze all'Università Bocconi, sulla base di una recente ricerca ancora in corso e in collaborazione con l'economista Anthony Atkinson sulla valutazione dei differenziali di genere nell'ambito dei redditi in Italia e in Europa.
"Il mercato del lavoro in Italia vede le donne sottoccupate, sottopagate e scarsamente coinvolte in politica - ha aggiunto Casarico - e l'Italia è al 69/o posto per differenza salariale tra uomini e donne e al 114/o per opportunità economiche". I dati emergono dalle statistiche elaborate dal World economic Forum relative ai differenziali di genere in economia e politica dei Paesi Ue nel 2014, che rivelano come il tasso di occupazione femminile, nella fascia di età 15-64, in Italia nel 2014 si è attestato sotto il 47%, mentre quello maschile è del 65%. "Siamo tra gli ultimi Paesi in Europa per tasso di occupazione femminile - ha osservato Casarico -. Peggio di noi solo Malta e la Grecia, mentre la media europea è del 65%. All'interno del nostro Paese inoltre si vede un ulteriore differenziale, con il 57% di donne occupate al Nord e poco meno del 30% al Sud". Su base dei dati Istat in Italia i contratti part-time riguardano il 27% delle donne occupate, ma è su base involontaria.
"Nelle discussioni globali sulle tematiche di genere - ha aggiunto Casarico - si sono affermate nel tempo le convinzioni scientifiche che le disuguaglianze di genere siano determinanti per una ridotta crescita economica. Lo ha verificato l'Ocse - ha osservato la docente - che nel 2015 ha affermato che quando le donne partecipano di più al mercato del lavoro si riduce la disuguaglianza di redditi in generale".

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