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Poletti, non c'è crescita spremendo lavoratori

Paese che lo fa è cretino. Basta precarietà, dramma nazionale

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TRENTO - "Un Paese che pensa al futuro spremendo i lavoratori è cretino perché riduce la ricchezza, i consumi e la produzione" e non cresce. Così il ministro Giuliano Poletti, in un incontro a Trento per il Festival dell’economia, organizzato nell’ambito dell’iniziativa ‘Allora crealo!’. Per anni "invece di spingere le imprese a competere in alto – ha aggiunto - le abbiamo incoraggiate a spendere sempre meno per il lavoro" con una precarietà "che era un dramma nazionale".

"Se consenti a un'azienda di continuare ad assumere in modo precario - ha sottolineato Poletti - l'hai rovinata". E il governo attraverso il Jobs Act "sta combattendo la precarietà. Il tempo ci darà ragione". Serve anche, ha sottolineato, "un cambio di mentalità perché non si può più pensare all'impresa come a un male necessario. Dire che l'impresa sfrutta il lavoro è una stupidaggine, perché se non avessimo le imprese non avremmo il lavoro".
Il ministro ha confermato che arriveranno insieme i nuovi decreti su "ammortizzatori sociali e della rete per le politiche attive". Certo, ci sarà bisogno di strumenti e mezzi adeguati perché "nei nostri centri per l'impiego lavorano 9mila persone" mentre nei Paesi europei più attivi in questo campo le risorse vanno da "60mila a 110mila". Quindi "non si può pretendere che i nostri, in tre, al lavoro in posti immaginati all'inizio come anagrafi dei disoccupati, riescano a fare politiche attive, o sono Nembo Kid o non ce la fanno". Le nuove politiche attive, ha assicurato Poletti, "non saranno generiche ma guarderanno alla presa in carico delle singole persone, con le loro caratteristiche specifiche".

Un "elemento di flessibilità" ci sarebbe dovuto già essere nella riforma Fornero delle pensioni "quindi lo faremo adesso e affronteremo il problema a partire dall'esigenza di dare una opportunità ai giovani. Anche le imprese ci chiedono di poter avere un ricambio generazionale".

 

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