TRENTO - "Se qualcuno pensasse che il Fondo monetario internazionale sia una 'agenzia della disuguaglianza' anziché un'istituzione impegnata, com'è scritto nel suo statuto originario, a contrastare la povertà nel mondo, si metta il cuore in pace perché, anche se la percezione è quella, il Fmi ha oggi un nuovo modello di riferimento, più improntato ad accompagnare i Paesi nella risoluzione dei loro problemi, suggerendo anziché imponendo le riforme da fare, e più orientato ad intervenire nei Paesi più piccoli e più poveri".
Lo ha detto lo storico ufficiale del Fondo monetario internazionale, James Boughton, al Festival dell'economia di Trento.
"La riduzione della disuguaglianza mondiale - ha sottolineato Boughton - è un obiettivo del Fondo, ma c'è bisogno di fare di più e va risolto il problema della sua governance".
In collaborazione con: