La pandemia s'infila ovunque e ciascuno è chiamato a fare la sua parte per ridurre il rischio del contagio, compresa la Chiesa Ortodossa. Nonostante, infatti, i numeri ufficiali in Russia siano bassissimi rispetto all'Europa, l'ufficio del Patriarcato di Mosca ha diffuso una circolare in cui delinea le nuove norme igieniche da seguire a messa "sino a nuovo ordine". E lo fa, a quanto pare, traendo spunto dai propri archivi, recuperando le pratiche in voga nella Russia zarista, prona alle epidemie.
Insomma, un'istituzione millenaria come la Chiesa sa che 'l'èra del lindo' non ha molti lustri alle sue spalle e che il genere umano, al contrario, ha combattuto con virus e batteri sin dalla notte dei tempi. Dunque, rewind. Il cucchiaino (sempre lo stesso per tutti) con il quale si fa la comunione va allora disinfettato dopo ogni persona usando sì il velo sacro, ma impregnato di alcol, la bevanda con la quale ci si sciacqua la bocca dopo la liturgia va offerta solo in bicchieri monouso e per spezzare il pane, e distribuirlo ai fedeli, vanno usti i guanti. Il rito ortodosso peraltro è più 'esotico' di quello cattolico ed esprimere la propria devozione attraverso 'il bacio' - alle icone, alla croce, ai propri confratelli - è prassi comune. Ecco, non più. Per ora.
I sacerdoti sono stati allora incoraggiati a porre "sulla fronte" dei fedeli la croce, e non sulle labbra. Ai preti è poi vietatissimo porgere la mano per il bacio, anelli compresi. E per l'unzione, meglio usare i cotton fioc usa e getta. Che sarà pure un disastro per l'ambiente, ma è meglio della spugna urbi et orbi. Mala tempora, qui ci vuole.