(ANSA) - SARAJEVO, 30 MAG - Si e' svolta a Gornji Vakuf, nel
Cantone della Bosnia Centrale, una toccante cerimonia di
commemorazione in coincidenza del trentennale dell'uccisione dei
volontari italiani Sergio Lana, Guido Puletti e Fabio Moreni,
che vi persero la vita durante una missione di soccorso
umanitario. Quel 29 maggio 1993, i tre operatori di pace erano a
bordo di un convoglio di aiuti partito da Brescia e diretto alle
città di Vitez e Zavidovici con l'obiettivo di creare un
corridoio umanitario in una Bosnia-Erzegovina devastata dal
conflitto fratricida. Vennero assaliti e barbaramente
assassinati da una squadra paramilitare bosniaca in un'azione
dai contorni mai del tutto chiariti, della quale venne
riconosciuto responsabile Hanefija Prijic (il comandante
„Paraga"), che guidava il gruppo di miliziani. All'eccidio
riuscirono a scampare altri due volontari che facevano parte
della stessa spedizione, Agostino Zanotti e Christian Penocchio.
L'evento e' stato organizzato su iniziativa dell'Ambasciata
d'Italia a Sarajevo in collaborazione con la Municipalita' di
Gornji Vakuf-Uskoplje „E' la prima volta che viene effettuata a
Gornji Vakuf una cerimonia istituzionale congiunta a ricordo dei
volontari uccisi - ha spiegato l'Ambasciatore Di Ruzza - Ho
creduto molto in questo progetto e l'ho condiviso sin
dall'inizio con il Sindaco Sead Causevic, che voglio ringraziare
per la sensibilita' e l'attenzione. Raccogliere le diverse
Autorita' civili e religiose del luogo, i familiari e gli amici
delle vittime e la locale societa' civile in un ricordo
collettivo dei volontari uccisi ha voluto lanciare un segnale
forte sulla strada della pacificazione e della riconciliazione,
che costituisce peraltro una tappa imprescindibile del cammino
di integrazione europea della Bosnia-Erzegovina".
A dimostrazione dei criteri di inclusivita' con cui e' stata
concepita l'iniziativa, anche per rafforzarne la valenza
simbolica, vi hanno preso parte - oltre al Sindaco
(bosgnacco-musulmano) - anche il Presidente del Consiglio
comunale, Goran Batinic (croato-bosniaco), il Parroco Padre
Josip Matijanic, e l'imam, Hidajet Polovina. Quasi cento persone
sono giunte dall'Italia per partecipare alla manifestazione.
All'inizio del programma, il Sindaco ha accolto presso l'aula
consiliare una delegazione ristretta, composta - tra gli altri -
dall'Ambasciatore, da Augusto e Franca Lana, da Wilma Viviani,
Consigliere del Comune di Rezzato, da Don Roberto Sottini,
Parroco di Ghedi, e da Giancarlo Rovati, imprenditore di Ghedi
molto attivo in campo umanitario (dai tempi della guerra
coordinando iniziative di volontariato in Bosnia-Erzegovina e da
ultimo anche in Ucraina) e gia' Presidente della Fondazione
Fabio Moreni.
Ha fatto seguito una Messa presso la Parrocchia „Uskoplje",
officiata dal Cardinale Vinko Puljic.
Il programma e' poi proseguito con la deposizione di corone
floreali presso la lapide che fu posta in memoria dei volontaari
nel punto dove il convoglio venne bloccato dai paramilitari.
Ricordando anche gli altri cittadini italiani uccisi durante la
guerra in Bosnia-Erzegovina (militari, cooperanti, giornalisti,
etc) , l'Ambasciatore Di Ruzza ha sottolineato lo straordinario
movimento di solidarietà che dal nostro Paese si è formato negli
anni della guerra nella ex Jugoslavia per soccorrere le
popolazioni vittime dell'atroce conflitto e che tuttora, grazie
all' incessante attivismo della societa' civile italiana, opera
in Bosnia-Erzegovina con progetti di grande spessore sociale ed
umanitario, sovente con il diretto sostegno della Cooperazione
allo sviluppo italiana.
Il sacrificio di Sergio Lana, Guido Puletti e Fabio Moreni - ha
affermato Di Ruzza - sia fonte di ispirazione per tutti coloro
che si impegnano a favore della stabilizzazione e della
riconciliazione in Bosnia-Erzegovina a tutela della sua anima
multietnica e pluriculturale e del suo naturale percorso di
adesione europea. L'Ambasciatore ha infine rivolto un pensiero
commosso ai genitori di Sergio Lana: "Avete dimostrato sino a
dove la forza e il coraggio del perdono possono arrivare, anche
in una situazione come questa, se cio' puo' favorire la pace, la
fratellanza e la serena convivenza delle persone: e' un
insegnamento per tutti, di cui vi siamo sinceramente grati".
(ANSA).