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Erdogan cancella gli impegni elettorali dopo un malore

Il sultano si ferma anche domani, mentre gli arresti continuano

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annullato un altro giorno di apparizioni in pubblico a causa di un mal di stomaco, ha annunciato il suo partito, meno di tre settimane prima delle elezioni in Turchia. Avendo già cancellato i tre comizi che aveva in programma oggi dopo avere accusato ieri sera un malore durante un'intervista televisiva, Erdogan ha cancellato anche il suo programma per domani, ha affermato Erkan Kandemir, vicepresidente del partito al governo Akp.

Problemi di salute e stanchezza a poche settimane dalle elezioni in programma il 14 maggio in Turchia. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, 69 anni, ha annullato "su consiglio dei medici" i tre comizi che aveva in programma oggi dopo avere accusato martedì sera un malore durante un'intervista televisiva. La diretta del programma, iniziato già con 90 minuti di ritardo, è stata improvvisamente interrotta e dopo una ventina di minuti Erdogan, visibilmente provato, è tornato brevemente davanti alle telecamere per affermare di essersi assentato a causa di un'influenza intestinale e di sentirsi stanco per i molti impegni relativi alla campagna elettorale. "Se Dio vuole, da domani riprenderemo con il nostro programma", ha cercato di rassicurare il presidente turco che da varie settimane tiene due o tre comizi al giorno, soprattutto nelle zone del sud est anatolico dove si è abbattuto il devastante terremoto del 6 febbraio che ha provocato la morte di almeno 51mila persone. Al potere da vent'anni, come primo ministro e poi come presidente, Erdogan si trova ad affrontare elezioni cruciali per la sua carriera dove sfiderà un'alleanza formata da quasi tutti i partiti di opposizione, nell'anno in cui si celebra il centenario della Repubblica laica fondata dal Mustafa Kemal Ataturk. Dopo avere trionfato in tutti gli appuntamenti elettorali dal 2002, anno in cui il suo partito Akp vinse per la prima volta le elezioni, nel 2019 il presidente conservatore e islamista ha perso per la prima volta alle elezioni locali nella capitale Ankara e a Istanbul, la più grande città turca. Secondo i sondaggi delle ultime settimane, il sostegno per Erdogan è per ora in linea con quello dello sfidante Kemal Kilicdaroglu, tra il 46% e il 47%, comunque non abbastanza per superare la soglia del 50%, necessaria per potere vincere le elezioni al primo turno, situazione che porterebbe i turchi a tornare al voto dopo due settimane. La coalizione di opposizione guidata da Kilicdaroglu è formata da sei partiti politici di orientamento molto diverso ma uniti contro il Sultano e a favore di un ritorno del parlamentarismo dopo che nel 2017 il sistema politico turco è diventato presidenziale grazie a un referendum proposto da Erdogan. Oltre alla principale forza di opposizione, il socialdemocratico e laico Chp, fanno parte della coalizione anche due partiti di destra nazionalista, l'Iyi Parti e il Demokrat Parti, un partito islamista, il Saadet Partisi, e due formazioni guidate da influenti ex ministri dei precedenti governi di Erdogan: il centrista liberale Deva Partisi di Ali Babacan, che è stato in passato ministro dell'Economia, e l'islamista Gelecek Partisi di Ahmet Davutoglu, ex ministro degli Esteri e anche premier in precedenti governi dell'Akp. Erdogan si presenterà come candidato di una coalizione che oltre al suo partito comprende anche altre formazioni, tra cui quella di estrema destra nazionalista Mhp. Il filocurdo Hdp, partito di opposizione di sinistra e terza forza più rappresentata nel parlamento turco, ha scelto di non presentare un proprio candidato, dando implicitamente sostegno a Kilicdaroglu. L'Hdp è al centro di un procedimento che potrebbe portare alla sua chiusura, dopo che la formazione è stata denunciata per presunti legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan Pkk, gruppo armato ritenuto terrorista da Ankara e da 40 anni in conflitto con l'esercito turco. Per riuscire a competere alle elezioni anche in caso di chiusura, si presenterà con il nome Yesil Sol Partisi, il Partito della Sinistra Verde. Molti membri del partito sono stati arrestati ieri dopo un raid dell'antiterrorismo in 21 province turche che ha portato al fermo di oltre 150 persone, tra cui avvocati e giornalisti, accusate di finanziamento al Pkk, mentre una candidata del Partito della Sinistra Verde alle prossime elezioni, Ayten Donmez, è stata oggi messa in custodia a Istanbul con l'accusa di far parte del Pkk.

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