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Mosca nega di avere un piano contro la Moldavia

Secondo il Cremlino Chisinau è "colpita dal bacillo russofobico"

   La Russia sostiene "le buone relazioni con la Moldavia e rifiuta l'esistenza di un piano" per destabilizzare questo Paese. Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov smentisce, come riporta la Tass, l'esistenza di una strategia russa per destabilizzare la Moldavia e prenderla sotto il proprio controllo politico entro il 2030, come riportato in un documento di strategia interna dall'amministrazione presidenziale di Putin, pubblicato ieri da un consorzio di media, tra cui Suddeutsche Zeitung e Yahoo News.

   La Russia "si rammarica" per "i pregiudizi completamente ingiustificati e infondati dell'attuale leadership moldava verso Mosca", ritenendo che le autorità di Chisinau siano "probabilmente colpite dall'infezione russofobica, un bacillo", ha aggiunto Peskov.

   Secondo le rivelazioni diffuse ieri dal consorzio di media, Mosca ha elaborato una strategia per destabilizzare la Moldavia, prenderla sotto il suo controllo politico e allontanarla dai partner occidentali entro il 2030. Il testo, elaborato nel 2021, proviene dalla stessa Direzione presidenziale per la cooperazione transfrontaliera che ha prodotto una strategia simile sulla Bielorussia. L'obiettivo finale entro il 2030 è la "creazione di gruppi di influenza filo-russi stabili nelle élite politiche ed economiche moldave".

   La strategia sulla Moldavia, secondo la fonte che l'ha fatta trapelare, è stata redatta  con il contributo dello stato maggiore russo e dei principali servizi di intelligence di Mosca: Fsb, Svr e Gru. Il piano - come quello redatto per la Bielorussia - è suddiviso in tre diversi ambiti: i settori politico, militare e della difesa; il settore umanitario; e settori del commercio e dell'economia. Questi settori vedono traguardi specifici a breve (entro il 2022), a medio (entro il 2025) e a lungo termine (entro il 2030).

   L'iniziativa per la Moldavia - scrivono i media - si concentra sul "contrastare i tentativi di attori esterni (in primis Stati Uniti, Unione Europea, Turchia e Ucraina) di interferire negli affari interni della Repubblica di Moldova, di rafforzare l'influenza della Nato e indebolire le posizioni
della Federazione Russa". Prevede l'adesione della Moldavia all'Unione economica eurasiatica - la risposta russa all'Ue - e all'alleanza militare dell'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva. Il piano prevede poi la "neutralizzazione" di qualsiasi azione del governo moldavo per espellere la presenza militare russa in Transnistria.

   Mosca, secondo il documento, vuole inoltre la "neutralizzazione dei tentativi di limitare le attività dei media russi e filo-russi in Moldavia", "la creazione di una rete di ong che promuovano lo sviluppo delle relazioni russo-moldave" e l'ampliamento delle opportunità per gli studenti moldavi di ricevere un'istruzione in lingua russa.

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