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Arrestato l'ex premier Imran Khan, scontri in Pakistan 

Sospesi Internet e social media

(di Stefano de Paolis) 

L'ex premier pachistano Imran Khan, al centro di forti tensioni politiche e da oltre un anno coinvolto in decine di provvedimenti giudiziari, è stato arrestato oggi in un tribunale di Islamabad. Poco dopo, in diverse città del Paese migliaia di suoi sostenitori sono scesi in strada e le forze di sicurezza sono intervenute facendo ampio uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperderli. Khan, leader del partito Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti), era arrivato stamane davanti al giudice per rispondere alle accuse di "istigazione all'ammutinamento e alla violenza" nei confronti del leader del partito politico avversario. Tuttavia, l'arresto è stato eseguito nell'ambito di un altro caso, di corruzione, relativo ad un accordo tra l'allora governo Pti e il magnate immobiliare pachistano Malik Riaz, in cui sono coinvolti l'ex premier e sua moglie Bushra Bibi, accusati anche di aver ottenuto indebitamente i terreni per fondare l'università Al-Quadir. A quel punto, i maggiori esponenti del suo partito, sostenendo che si tratta di accuse politicamente motivate, hanno invitato i loro sostenitori a scendere in piazza e in un crescendo di tensione nel giro di poco tempo ci sono stati disordini e scontri a Islamabad, Lahore, Karachi, Rawalpindi, Peshawar. Poco prima, la polizia aveva avvertito che un ordine che vieta le riunioni di più di quattro persone sarebbe stato rigorosamente applicato. Da quando è stato sollevato dalla carica di primo ministro con un voto di sfiducia nell'aprile dello scorso anno, Khan, ex star del cricket, ha apertamente sfidato l'esercito pachistano e l'attuale governo accusandoli di cospirare contro di lui. In particolare, ha sostenuto che la sua rimozione era illegale e ha avviato un'intensa campagna per ottenere elezioni anticipate e contro il governo del suo successore, Shehbaz Sharif. L'estate scorsa il Pti ha ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni locali nel Punjab e nella città portuale di Karachi. A novembre l'ex premier è stato ferito ad una gamba a colpi d'arma da fuoco durante una manifestazione politica. L'attentato ha notevolmente aumentato la sua già alta polarità, ma ha anche ulteriormente infiammato lo scenario politico, soprattutto in seguito alle accuse che lo stesso Khan ha più volte ripetuto, anche nello scorso fine settimana, contro un alto ufficiale dell'intelligence, il maggior generale Faisal Naseer, di essere coinvolto nel tentativo di ucciderlo. Accuse che hanno messo l'ex premier sempre più in rotta di collisione con le potenti forze armate pachistane. Non a caso, in una sorta di monito, l'esercito ieri ha affermato in una dichiarazione che si tratta di una accusa "inventata e dannosa", oltre che "deplorevole e inaccettabile". Anche il primo ministro Sharif è intervenuto su Twitter, affermando che si tratta di "accuse senza alcuna prova" che "non possono essere consentite e non saranno tollerate".

Nel tentativo di riportare sotto controllo i disordini e le proteste seguiti all'arresto dell'ex premier Imran Khan, il governo del Pakistan ha sospeso Internet e i social media su tutto il territorio nazionale. Nelle maggiori città - scrive il sito di The Nation - internet non funziona più, mentre nei distretti di alcune grandi maggiori città, come Lahore, Rawalpindi e Islamabad, sono sospesi anche i servizi di telefonia mobile. L'Autorità delle telecomunicazioni pachistana, su raccomandazione del ministero dell'Interno, ha bloccato ovunque Twitter, YouTube, Facebook, e WhatsApp, scrive The Nation.

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