Dopo la baia thailandese di Maya Bay, resa celebre dalle nuotate di Leonardo Di Caprio nel film 'The beach', un altro paradiso turistico rischia di essere spazzato via dall'eccessivo sfruttamento e quindi resterà chiuso per sei mesi. E il governo delle Filippine dovrà addirittura ricorrere anche alla polizia in tenuta antisommossa per garantire la 'sopravvivenza' dell'isola di Boracay.
Gli agenti, ha deciso il presidente presidente Rodrigo Duterte secondo quanto riporta la Cnn, saranno necessari per garantire che i turisti non interferiscano con le previste operazioni di bonifica di questo paradiso turistico, che verrà chiuso al pubblico come previsto per sei mesi dal prossimo 26 aprile.
Il governo intende schierare oltre 600 agenti sulle spiagge di Boracay, aggiungendo una speciale unità di 138 uomini per tenere turisti e curiosi a debita distanza. Il capo della polizia, Cesar Binag, ha inoltre spiegato che verranno studiati piani di emergenza per far fronte a eventuali proteste, sequestri di persona e attentati.
La drastica decisione di chiudere l'isola è stata criticata da molti, ma il portavoce del presidente, Harry Roque, ha detto che era inevitabile. "Era l'unico modo possibile" per porre rimedio a questa situazione, ha spiegato Roque: "E' una misura di polizia drastica, presa per proteggere l'ambiente. Volevamo vedere se era possibile ritardarla ulteriormente, ma la qualità dell'acqua a Boracay imponeva che la chiusura avvenisse il prima possibile". L'isola è meta di quasi 2 milioni di visitatori l'anno e la chiusura è stata decisa da Duterte - che a marzo aveva definito questo paradiso "una fogna" - dopo aver verificato che ristoranti e alberghi locali hanno riversato liquami direttamente in mare.