(di Francesco Bongarrà)
(ANSA) - ROMA, 31 GEN - "Oggi il Perù ha due opzioni davanti
a sé. Una via d'uscita nel quadro dello stato di diritto
indicendo elezioni anticipate quest'anno e permettendo ai 33
milioni di peruviani di votare alle urne per un governo con una
rinnovata legittimità. O, altrimenti, persistere nelle violente
proteste che chiedono come unica via d'uscita l'immediata
chiusura del Congresso e le dimissioni della presidente della
Repubblica. Questa ipotesi sarebbe, senza ombra di dubbio, una
ricetta per il caos, che potrebbe aprire le porte a un'opzione
di governo autoritario che metterebbe definitivamente fine alla
giovane democrazia del Perù". Lo dice all'ANSA l'ambasciatore
del Perù in Italia Eduardo Martinetti parlando della difficile
situazione istituzionale in cui versa il suo Paese, dove da
settimane si registrano una dura contrapposizione politica e
scontri di piazza.
"La stragrande maggioranza dei peruviani confida in una
rapida pacificazione che permetta di affrontare con rinnovata
efficacia e priorità i problemi socio-economici che affliggono
ampi settori della popolazione e che sono alla base stessa di
questa grande protesta popolare", sostiene il diplomatico,
definendo un "golpista" l'ex presidente Pedro Castillo, che,
spiega, ha compiuto "un vero e proprio colpo di Stato annunciato
in televisione e che è fallito", con il suo arresto, "mentre si
recava in un'ambasciata straniera per chiedere asilo politico".
Ora, "uno dei problemi più seri - aggiunge Martinetti - è che
la popolazione che si è mobilitata pacificamente a Lima e nelle
province non risponde a leadership specifiche né a gruppi, per
cui non è stato facile stabilire controparti per il dialogo che
avessero legittimità tra gli stessi gruppi di manifestanti. In
considerazione delle richieste formulate dalla maggioranza della
popolazione del Paese, la presidente Boluarte ha proposto di
anticipare le elezioni generali all'ottobre 2023 e di abbreviare
il proprio mandato e quello dei membri del Congresso. Tuttavia,
questa soluzione politica richiede un emendamento alla
Costituzione, che è nelle mani del Congresso e che tutti
speriamo possa essere attuato il più rapidamente possibile".
(ANSA).
Ambasciatore del Perù, 'il voto è l'unica via legittima'
Martinetti: 'Altrimenti è caos con rischio governo autoritario'
