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Al via la Marcia delle Bandiere, tensione a Gerusalemme

Presenti tre ministri e altri dirigenti. Proteste di Giordania, Anp e Hamas e primi tafferugli

   E' cominciata a Gerusalemme la 'Marcia delle bandiere' che attraverso due cortei - uno nella parte araba della Città Vecchia, l'altro attraverso il Quartiere Armeno - arriverà fino al Muro del Pianto. La polizia presidia in forze i percorsi dei manifestanti - sono attesi in migliaia - che intendono celebrare la presa da parte di Israele durante la Guerra dei 6 giorni della parte est della città allora sotto controllo giordano.

   Prima della Marcia, manifestanti di sinistra hanno tentato di bloccare alcune vie di accesso alla città per impedire ai dimostranti nazionalisti di arrivare nei punti di raccolta e - secondo i media - ci sono state 10 persone fermate. Il sito di Times of Israele riferisce che dimostranti di destra, con le bandiere davanti alle telecamere, hanno impedito le cronache dei giornalisti delle tv.

   L'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha definito "provocatoria" la Marcia e Hamas da Gaza ha minacciato conseguenze. La Giordania ha attaccato Israele per aver consentito a un ministro del suo governo e a deputati alla Knesset di salire sulla Spianata delle Moschee. Il
portavoce del ministero degli esteri di Amman, Sinan Majali - citato dalla Petra - ha bollato le loro azioni "come provocatorie", "inaccettabili" e che si "svolgono sotto la protezione della polizia israeliana".

   Oggi sulla Spianata (il Monte del Tempio per gli ebrei) - secondo i media - sono saliti il ministro dello sviluppo del Negev e della Galilea Yitzhak Wasserlauf (di Potenza ebraica), e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir (leader del partito di estrema destra 'Potenza ebraica'), accompagnato dalla moglie Ayala. Circondato da un cordone di agenti di polizia, Ben Gvir ha detto alle telecamere: "Decine di migliaia stanno arrivando, sia ringraziato il Signore". Poi ha aggiunto: "Gerusalemme è nostra per la eternità". Fra i partecipanti, aggiunge Haaretz, c'è anche una ministra del Likud, Mai Golan e altri esponenti politici.

   Il ministero di Amman ha poi "avvertito di un inasprimento della situazione" anche a causa della "provocazione" della Marcia. Majali ha invitato Israele "nella sua qualità di potenza occupante, a desistere da ogni pratica e violazione contro la beata Moschea di Al-Aqsa e a rispettarne la santità, sottolineando la necessità di fermare tutte le misure volte a  modificare l'esistente situazione storica e legale, e rispettare l'autorità dell'Amministrazione del Fondo di Gerusalemme e gli affari della benedetta Moschea di Al-Aqsa". 

   Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir (leader del partito di estrema destra 'Potenza ebraica') ha raggiunto nel centro di Gerusalemme i partecipanti alla Marcia delle Bandiere. Circondato da un cordone di agenti di polizia, Ben Gvir ha detto alle telecamere: "Decine di migliaia stanno arrivando, sia ringraziato il Signore". Poi ha aggiunto: "Gerusalemme è nostra per la eternità". Fra i partecipanti, aggiunge Haaretz, c'è anche una ministra del Likud, Mai Golan.

    Primi incidenti sono segnati alla porta di Damasco, uno degli ingressi alla Città Vecchia, dove secondo la televisione pubblica Kan giornalisti stranieri ed arabi sono stati oggetto di lanci di bottiglie da parte di partecipanti al corteo. Nella zona si sentono anche cori nazionalistici anti-arabi in cui, fra l'altro, si inneggia alla "vendetta" contro la Palestina e ad incendi di villaggi arabi. La polizia è presente in forze ed impedisce che si creino tafferugli. 

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