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Biden a Mosca: 'rilasciate il giornalista del Wsj'

Ma frena sulla richiesta di espellere i diplomatici russi

 "Lo lascino andare". Con una frase succinta, ma carica di significato, Joe Biden ha chiesto a Mosca di rilasciare il reporter americano arrestato con l'accusa di spionaggio mentre per il momento ha deciso di evitare un'escalation con il Cremlino escludendo l'espulsione dagli Stati Uniti di diplomatici e giornalisti russi come invece ha proposto il giornale di Evan Gershkovich.
    "Let him go", è stato il messaggio alla Russia del presidente americano prima di salire sull'Air Force One che lo ha portato in Mississippi. L'arresto del 31enne enfant prodige del giornalismo figlio di immigrati fuggiti dall'Unione sovietica ha, se possibile, inasprito i rapporti già al limite tra Mosca e Washington. Per questo, con la comunicazione diplomatica ridotta al minimo, l'amministrazione Usa teme che trovare un accordo sul suo rilascio sarà molto complesso. Inoltre, con il tribunale manovrato dal Cremlino è praticamente scontato che il processo-farsa a Gershkovich sarà tenuto a porte chiuse e finirà con una condanna. Per John J. Sullivan, fino all'anno scorso ambasciatore americano a Mosca, il reporter è stato certamente arrestato per essere usato come merce di scambio e il fatto che sia stato accusato di spionaggio e non di un reato comune rivela l'intenzione del Cremlino di chiedere un prezzo molto alto per la sua libertà. E' già successo ad aprile dell'anno scorso quando l'ex marine Trevor Reed fu rilasciato dopo tre anni di prigionia in cambio del russo di Konstantin Yaroshenko, condannato nel 2011 negli Stati Uniti a 20 anni di carcere per traffico di cocaina. E poi il caso più clamoroso, a dicembrem quando per liberare la star del basket Brittney Griner Mosca ha chiesto il famigerato 'mercante di morte' russo Viktor Bout.
    Il Wall Street Journal ha chiesto all'amministrazione una reazione dura, l'espulsione dagli Stati Uniti dell'ambasciatore e dei giornalisti russi. Una richiesta "assurda" per il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, un'ipotesi ad ora non sul tavolo per Biden. "Non è questa l'intenzione ora", ha chiarito il presidente americano che non ha ancora parlato con la famiglia del reporter ma ha assicurato che il suo rilascio è una priorità dell'amministrazione Usa con il dipartimento di Stato che dal giorno dell'arresto è in contatto con il ministero degli Esteri russo e sta cercando di esplorare tutti i canali possibili, partendo innanzitutto dal garantire l'accesso allo staff del consolato.
    Intanto per Gershkovich si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà dai colleghi in tutto il mondo. Pjotr Sauer, giornalista del Guardian a Mosca, ha lanciato un appello su Twitter chiedendo di sostenere il reporter arrestato. "Il nostro amico Evan trascorrerà i prossimi due mesi in una prigione di Mosca. Ci piacerebbe che lui sapesse quanto lo sosteniamo. Se volete scrivergli, per favore inviate all'indirizzo indicato e noi lo tradurremo in russo come richiesto dalla legge: Free.Gershkovich@Gmail.com". Anche la Federazione internazionale dei giornalisti è scesa in campo condannando l'arresto. Il sindacato mondiale, insieme con tutte le associazioni dei Paesi aderenti, ha chiesto il rilascio: "Il vergognoso arresto di Evan Gershkovich - afferma Dominique Pradalié, presidente della Ifj - è un altro palese tentativo di mettere a tacere le voci indipendenti in Russia. Putin deve smetterla di tenere in ostaggio la stampa". 
   

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