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La riforma delle pensioni è legge, in Francia esplode la rabbia: scontri e arresti. Macron atteso in tv

Il governo è salvo per nove voti. Almeno 287 fermi

Il presidente francese, Emmanuel Macron, si rivolgerà domani ai francesi rispondendo in diretta tv alle domande dei giornalisti di TF1 e France 2, alle 13, in seguito all'adozione da parte del parlamento della sua contestatissima riforma delle pensioni. Nella giornata di oggi Macron procede nelle consultazioni dei massimi rappresentanti dello stato e del governo: la premier Elisabeth Borne questa mattina, i presidenti di Assemblée Nationale e Senato, Yaël Braun-Pivet e Gérard Larcher, e i parlamentari della maggioranza questa sera.

 

Il bilancio definitivo della notte di protesta a Parigi e in molte altre città della Francia in seguito al passaggio della legge di riforma delle pensioni è di 287 fermi, di cui 234 soltanto a Parigi. Nella capitale ci sono stati momenti difficili al passaggio di piccoli gruppi molto mobili di dimostranti in grado di sorprendere la polizia e invadere diversi quartieri bruciando cassonetti e danneggiando panchine e mobilio urbano, bicicletti e materiale di cantieri. I pompieri, con grossi camion e idranti, arrivavano dietro i poliziotti e spegnevano gli incendi appiccati. Particolarmente spettacolare è stata "l'invasione" della Bastiglia e del Marais, attorno a mezzanotte, con i giovani che hanno acceso i fuochi sono poi fuggiti in direzione place de la Concorde. Sul fronte dello sciopero più temuto, quello delle raffinerie, le forze dell'ordine sono intervenute stanotte per sbloccare il terminale petrolifero di Donges, nell'ovest del paese, dopo una settimana di occupazione. Fonti degli scioperanti parlano di "scontri" durante l'intervento della polizia. Il governo ha anche annunciato, stamattina, precettazioni di personale al deposito petrolifero bloccato di Fos-sur-Mer, nel sud-est.

. "Decine di persone sono state arrestate in modo violento. Esigiamo la fine immediata degli arresti", ha protestato il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon.

Francia, notte di rabbia e incendi, centinaia di fermi

A Lione, circa 500 manifestanti, molti dei quali giovani, si sono radunati intorno alle 20:30 in Place Guichard e hanno attaccato la polizia lanciando oggetti, prima di disperdersi in diversi gruppi in diversi quartieri. Un primo bilancio della prefettura riportava due fermi. Due fermi a Saint-Etienne, mentre a Voiron, nell'Isère, è stata vandalizzata, secondo la prefettura, la residenza della deputata di MoDem Élodie Jacquier-Laforge. I manifestanti erano anche diverse centinaia a Lille davanti alla prefettura, dove hanno fischiato e fischiato quando hanno saputo della bocciatura della mozione di sfiducia. "Sta per esplodere", cantavano, "Luigi XVI l'abbiamo decapitato, Macron ricominceremo".

Cortei spontanei e improvvisati continuano a fare irruzione in diversi quartieri di Parigi gridando "La piazza è nostra", inseguiti dalla polizia. I gruppi arrivano correndo, incendiano cassonetti, danneggiano vetrine e scappano verso altri quartieri. La polizia cerca di controllare la situazione caricando e sparando lacrimogeni.

Governo salvo per 9 voti, in Francia esplode la rabbia

La riforma delle pensioni è legge, il governo di Elisabeth Borne è salvo, la rabbia contro Emmanuel Macron esplode in pochi minuti in piazza: la maggioranza del Paese non accetta il responso parlamentare che per soli 9 voti ha salvato il governo e l'odiata riforma che aumenta l'età minima per la pensione da 62 a 64 anni.

"Adesso è ora di passare alla sfiducia popolare", ha gridato il "condottiero" della contestazione, Jean-Luc Mélenchon, invitando i francesi a non arrendersi e a proseguire la battaglia "con le manifestazioni, con gli scioperi".

Il Paese rischia il blocco, le raffinerie chiudono, gli studenti sono pronti a scendere in piazza, i trasporti, la nettezza urbana, la sanità, tutti i settori sono pronti a dare battaglia "fino al ritiro" della riforma, come ripetono Mélenchon e tutti i sindacalisti, più uniti che mai. Se nelle piazze i francesi si radunano nonostante i divieti - molti sono studenti, anziani, persone tranquille, anche se piccoli gruppi si battono contro la polizia - dai saloni dell'Eliseo trapela agitazione.

Il presidente francese, Emmanuel Macron esclude al momento "uno scioglimento" del Parlamento, come anche un "rimpasto" di governo o la convocazione di un "referendum": è quanto affermano i partecipanti di una riunione all'Eliseo convocata all'indomani dell'adozione della contestata riforma delle pensioni.

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