Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mondo
  1. ANSA.it
  2. Mondo
  3. Nuovo scontro in Moldavia, stavolta sulla lingua

Nuovo scontro in Moldavia, stavolta sulla lingua

Il rumeno adottato dal Parlamento. Insorgono i filorussi

La questione della lingua scatena una nuova crisi in Moldavia, il piccolo Stato ai confini ucraini dove le divisioni interne e le tensioni con Mosca fanno temere un coinvolgimento nel conflitto. Il Parlamento ha approvato in prima lettura una legge che dichiara "lingua rumena" quella parlata nel Paese anziché "lingua moldava". Un'iniziativa osteggiata dal blocco social-comunista filorusso che teme si tratti di un primo passo verso l'annessione alla Romania, Paese Nato.
    L'iniziativa è sostenuta dal partito Azione e Solidarietà della presidente filo-occidentale Maia Sandu, che recentemente ha accusato la Russia di pianificare un colpo di Stato nel Paese per riportare nell'orbita russa questa ex repubblica sovietica di 2,6 milioni di abitanti che per un breve periodo nel XIX secolo, e poi dopo la rivoluzione russa del 1917, è stata unita alla Romania. Le accuse di Chisinau sono state respinte da Mosca.
    I deputati socialisti e comunisti hanno cercato di interrompere ieri il dibattito parlamentare bloccando la tribuna centrale e gridando 'vergogna', 'Moldavia', 'dimissioni'. Oggi si è fatto sentire anche l'ex presidente filorusso Igor Dodon, sconfitto dalla Sandu nelle elezioni del 2020, secondo il quale la legge va cancellata. "Chiamare romena la lingua moldava è un altro tentativo della leadership del Paese di distogliere l'attenzione dei cittadini dai molti problemi", ha affermato Dodon in un videomessaggio su Telegram. Dal punto di vista legale la questione è complicata, perché la Costituzione definisce 'moldava' la lingua del Paese, mentre nella dichiarazione di indipendenza è chiamata 'rumena'. Nel 2013 la Corte Costituzionale ha stabilito che il testo del secondo documento prevale sul primo.
    Ad aggravare le tensioni è la crisi economica che affligge il Paese, con un'inflazione superiore al 30%, alimentata dal forte aumento dei prezzi del gas. Dal settembre dello scorso anno Chisinau è stata teatro di proteste con la partecipazione di molte migliaia di persone che chiedono le dimissioni del governo. Le proteste sono sostenute tra l'altro dal movimento Shor e dai comunisti, che chiedono al governo di negoziare con Mosca prezzi più favorevoli del gas.
    Nei giorni scorsi il Parlamento moldavo ha approvato una mozione che per la prima volta indica la Russia come Paese aggressore per il conflitto in Ucraina. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha reagito invitando la Moldavia a mettere fine alla sua "retorica antirussa" e affermando che la Russia rimane impegnata a una "cooperazione costruttiva pragmatica" per cercare di risolvere il problema della Transnistria, l'entità separatista sul territorio moldavo lungo il confine con l'Ucraina dove sono di stanza 1.500 soldati russi. Mosca ha accusato l'Ucraina di volere inscenare un falso tentativo di invasione russo dalla Transnistria per invadere a sua volta questo territorio.
    Il vice primo ministro moldavo Oleg Serebrian è tornato oggi a smentire come "assurdo" questo scenario, sottolineando che tra Moldavia e Ucraina non vi è alcun accordo in questo senso.
   

        RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

        Video ANSA



        Modifica consenso Cookie