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Annullato l'incontro fra Lula e Maduro

A margine del vertice Celac a Buenos Aires

   L'incontro annunciato per oggi a Buenos Aires tra il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, e il suo omologo del Venezuela, Nicolas Maduro - a margine del vertice della Comunità degli stati latinoamericani e dei Caraibi (Celac), in programma domani - non si terrà. Lo hanno confermato fonti della presidenza brasiliana, smentendo in questo modo quanto da loro stessi pubblicato nell'agenda ufficiale delle attività di Lula nella capitale argentina.

  Le ragioni della cancellazione della riunione non sono state comunicate,  ma è probabile che abbiano a che fare con l'incertezza che circonda ancora l'arrivo di Maduro nella capitale argentina in vista del vertice Celac. Il ministro degli Esteri brasiliano, Mauro Vieira, aveva affermato nei giorni scorsi che il presidente Lula gli ha chiesto di ristabilire le relazioni diplomatiche con il Venezuela, interrotte durante la presidenza di Jair Bolsonaro, in linea con la "politica di integrazione" regionale che intende portare avanti.

   La partecipazione del presidente venezuelano al vertice della Celac  ha suscitato polemiche fra governo e opposizione argentini. Venerdì Patricia Bullrich, presidente della coalizione di centro-destra Pro, ha sostenuto che "se Maduro viene in Argentina dev'essere arrestato subito per aver commesso crimini contro l'umanità". E l'ex presidente Mauricio Macri, in una lettera pubblicata su Facebook, ha dichiarato: "L'Argentina riceverà i dittatori Nicolás Maduro, dal Venezuela, e Miguel Díaz-Canel, da Cuba. La stragrande maggioranza degli argentini si vergogna che il nostro paese si associ ad altri dove ci sono persecuzioni, torture, narcoterrorismo, prigionieri politici e frodi elettorali che beffano la democrazia". Rispondendo a Macri via Twitter, il ministro degli Esteri argentino Santiago Cafiero ha replicato che quello che "è vergognoso è aver condannato il nostro paese a tornare (a indebitarsi con) il Fmi dopo averlo ricevuto libero da debiti. L'Argentina paga per la tua inadeguatezza".

    La Celac, ha concluso Cafiero, "è un foro sovrano e ampio. Il multilateralismo implica un dibattito senza esclusioni e senza negare le differenze per migliorare i rapporti tra i popoli". Infine il presidente Alberto Fernández, in una intervista con il quotidiano Folha de Sao Paulo, ha detto che "il Venezuela fa parte del Celac e Maduro è più che invitato". La nostra posizione, ha sottolineato, "è di promuovere, attraverso il Gruppo di contatto, il dialogo in Messico. L'idea è che i venezuelani decidano tra di loro". 

   Da parte sua il presidente cubano Miguel Díaz-Canel è giunto oggi a Buenos Aires, dove è stato ricevuto all'aeroporto internazionale di Ezeiza dal viceministro degli Esteri argentino, Pablo Tettamanti. Diaz-Canel ha detto che considera la Celac una istituzione "indispensabile", nonché  
"un meccanismo che abbiamo l'opportunità ed il dovere di rilanciare, con una logica di unità nella diversità". "Un principio chiave - ha concluso - che condividiamo e che ci può permettere di agire come una solida famiglia regionale per promuovere e proiettare l'America Latina ed i Caraibi nella discussione dell'agenda globale".

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