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Medvedev: 'Russia ha diritto di usare armi nucleari'. Filorussi: 'Vittoria referendum nel Donetsk, Lugansk, Kherson'

Zelensky: 'Ogni annessione è un crimine'

"La Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari, se necessario, in base alla dottrina nucleare". Nel giorno in cui si certifica il prevedibile plebiscito a favore dell'annessione a Mosca nei referendum dei filorussi in quattro regioni ucraine, bollati come una "farsa" da Kiev e dalla comunità internazionale, Dmitry Medvedev torna ad agitare lo spettro dell'atomica. La Russia, ha avvertito il vicepresidente del Consiglio di sicurezza, "farà tutto il possibile per impedire ai vicini ostili, come l'Ucraina, di acquistare armi nucleari". Le nuove minacce sono giunte poco prima che il Senato di Mosca annunciasse di essere pronto ad approvare martedì prossimo l'unione alla "madrepatria" delle zone controllate dai russi nelle oblasti di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia (circa il 15% del territorio di tutta l'Ucraina), considerandole così parte integrante della Federazione; mentre l'intelligence britannica ha ipotizzato un annuncio formale dell'annessione da parte di Vladimir Putin già venerdì davanti alle Camere riunite.

Le autorità filorusse delle regioni di Lugansk, Donetsk e Kherson hanno annunciato la vittoria nei referendum di annessione alla Russia. Lo riporta la Tass precisando che in base ai risultati preliminari dello spoglio, nel Lugansk il 'sì' ha vinto con il 98,52%, nel Donetsk con il 94,75%. Nell'area di Kherson, dove i conteggi sono stati ultimati, l'87,05% dei votanti ha detto 'sì' all'annessione.

Le autorità filo-russe nella regione di Zaporizhzhia, nell'Ucraina meridionale, avevano già annunciato la vittoria del 'sì' nel referendum sull'annessione alla Russia, un voto denunciato come illegittimo da Kiev e dai Paesi occidentali. La sedicente commissione elettorale della regione ha affermato che il 93,11% degli elettori ha votato per l'annessione alla Russia, dopo lo spoglio del 100% delle schede, precisando tuttavia che si tratta per il momento di risultati preliminari.

I referendum russi "si sono svolti durante un conflitto armato attivo, in aree sotto il controllo di Mosca, al di fuori del quadro giuridico e costituzionale dell'Ucraina. Non possono essere definiti un'espressione genuina della volontà popolare". Lo ha detto il capo degli Affari Politici dell'Onu, Rosemary DiCarlo, alla riunione del Consiglio di Sicurezza. "Azioni unilaterali volte a conferire una patina di legittimità al tentativo di acquisizione con la forza da parte di uno Stato del territorio di un altro Stato non possono essere considerate legali ai sensi del diritto internazionale", ha aggiunto.

Durante i referendum nei territori occupati "la gente e' stata obbligata a votare mentre veniva minacciata con le armi e i risultati sono stati preparati con grande anticipo. Ogni annessione e' un crimine": così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in video alla riunione del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina (a cui la Russia si e' opposta). "L'annessione mette Putin da solo di fronte a tutta l'umanita'. Credo nella vostra abilità di agire", ha aggiunto. "Kiev non può negoziare con Mosca dopo i referendum di annessione", ha detto ancora Zelensky.

"La Russia disprezza già la Carta delle Nazioni Unite - così Zelensky su Telegram -. La Russia infrange già tutte le regole di questo mondo. Quindi è solo questione di tempo prima che distrugga quest'ultima istituzione internazionale che può ancora agire. L'esortazione è di agire ora. Il riconoscimento da parte della Russia dei referendum fasulli come presumibilmente normali, l'attuazione del cosiddetto "scenario della Crimea" e un altro tentativo di annettere il territorio dell'Ucraina significano che non c'è nulla di cui parlare con questo presidente della Russia. Ora c'è bisogno di un segnale chiaro da ogni paese del mondo".

L'esito del voto per l'annessione a Mosca nei referendum organizzati dai filorussi in quattro regioni ucraine (Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia) "non cambierà nulla" nella condotta militare dell'esercito di Kiev. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in una conferenza stampa con la sua omologa francese Catherine Colonna, in visita a Kiev. "Non cambierà nulla nella nostra politica, nella nostra diplomazia e nella nostra condotta sul campo di battaglia", ha assicurato Kuleba.

Dopo il referendum di annessione, i territori occupati di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson entreranno a far parte del nuovo distretto federale della Crimea: lo hanno riferito una fonte vicina al governo della Crimea e un interlocutore del Consiglio della Federazione al quotidiano economico russo Vedomosti. Molto probabilmente il nuovo rappresentante presidenziale sarà Dmitry Rogozin, l'ex direttore generale dell'Agenzia spaziale russa Roskosmos. Le fonti hanno spiegato al quotidiano la necessità di creare un nuovo distretto federale per via della "situazione difficile" attorno ai referendum e che serve "un politico di peso" per gestirla. Rogozin ha lasciato la carica di capo di Roskosmos il 15 luglio. Il suo posto è stato preso da Yury Borisov, vice primo ministro per l'industria della difesa. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov non ha risposto alla domanda di Vedomosti sulla nomina di Rogozin, così come il diretto interessato. Una fonte di Roskosmos ha affermato che l'ex direttore generale vorrebbe questa nomina.

Il Consiglio della Federazione russa, la Camera alta del Parlamento di Mosca, potrebbe votare il 4 ottobre l'annessione delle regione ucraine di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, se l'esito dei referendum tenuti dalle autorità filorusse e non riconosciuti dalla comunità internazionale sarà favorevole.

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