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Iraq: rimane alta tensione dopo prova di forza dei sadristi

Onu è preoccupata per possibili episodi di violenza

Rimane molto alta la tensione stamani a Baghdad, in Iraq, dopo le veementi proteste, inscenate anche all'interno dei locali del parlamento nazionale nella super-fortificata Zona Verde della capitale, da parte di seguaci del leader sciita Moqtada Sadr contro i partiti armati sciiti filo-iraniani.
    Il presidente della Repubblica iracheno uscente, Barham Saleh, ha messo in guardia da ogni tipo di "escalation" della violenza, che potrebbe "danneggiare la pace civile" e la "sicurezza del paese".
    La rappresentanza dell'Onu in Iraq dal canto suo si è detta "preoccupata per ogni tipo di violenza nelle manifestazioni" in Iraq, ma ha ribadito la necessità di proteggere il diritto dei cittadini a manifestare in maniera pacifica.
    Le proteste di ieri sera da parte dei sadristi sono state provocate dalla decisione della coalizione di partiti armati sciiti filo-iraniani di nominare unilateralmente un candidato premier per la formazione del nuovo governo. E questo dopo che il blocco parlamentare sadrista, vincitore alle elezioni di ottobre, aveva deciso di ritirarsi dall'assemblea dopo il fallimento di diversi round di negoziati tra le parti per la nomina di un nuovo primo ministro.
    Sullo sfondo emerge anche l'acceso scontro politico e personale tra Moqtada Sadr e l'ex premier iracheno Nuri al Maliki, da anni entrato a pieno titolo nell'orbita delle figure politiche sciite irachene molto vicine a Teheran.
    Gli osservatori locali non escludono che nelle prossime ore e giorni possano verificarsi scontri inter-sciiti, anche armati, tra sostenitori di Maliki e dei suoi alleati vicini all'Iran contro seguaci di Moqtada Sadr.
   

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