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Qui Berlino, si corre ai ripari sull'energia

Petrenko prende distanze da Putin.Governo frena pressing artisti

   Berlino corre ai ripari per evitare un'emergenza energetica: il governo tedesco è pronto a investire 1,5 miliardi di euro per i rifornimenti di gas liquido. "I soldi sono già pronti", annuncia un portavoce del ministero dell'Economia di Robert Habeck. Lo stesso dicastero che, nel giro di poche ore, assicura lo sblocco di una parte delle riserve strategiche del petrolio, con l'obiettivo di calmierare i prezzi sul mercato. La Germania deve ridurre la sua dipendenza dalla Russia, dalla quale importa il 55% del gas: "Ci siamo ridotti abbastanza nell'angolo", ha rimarcato Habeck, criticando implicitamente le scelte fatte in passato. E proprio il vicecancelliere verde, che ha la delega all'Economia e al Clima, ha sgombrato il campo da ogni tabù: difficile tornare indietro sullo stop delle ultime tre centrali nucleari attive, programmato per quest'anno - anche per ragioni tecniche -, ma un ricorso agli impianti di carbone per garantire l'approvvigionamento energetico non è affatto escluso. Migliaia di profughi approdano intanto a Berlino e in altre città tedesche: 1.300 ieri sera nella capitale, 5.300 quelli registrati finora dal ministero dell'Interno, e non si forniscono stime preventive sul flusso diretto in Germania. In questo contesto, è forte la partecipazione della società civile, con tante manifestazioni di solidarietà all'Ucraina. Si apre inoltre un dibattito sui rapporti con la società civile russa. Kirill Petrenko, direttore della Filarmonica di Berlino, ha preso le distanze dalla guerra di Putin, diversamente da Valery Gergiev, licenziato ieri dalla Filarmonica di Monaco, per non averlo fatto. Su questo argomento c'è stato però un importante richiamo del governo di Scholz: "Arte e cultura, proprio in questo momento, hanno una funzione molto importante per il dialogo con la Russia. E così rimane importate il ruolo degli artisti russi", ha affermato la portavoce Christiane Hoffmann. Il Bundeskanzler ha detto più volte che bisogna distinguere, ha anche ricordato: la guerra l'ha scatenata Putin, non il popolo russo. 

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