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Massoud agli afghani: 'Rivolta nazionale'. Talebani: 'Colpiremo duramente ogni insurrezione'

Portavoce dopo l'annuncio del controllo della valle del Panshir

Qualsiasi tentativo di insurrezione sarà "duramente colpito". Lo ha detto il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid nel corso di una conferenza stampa, dopo aver annunciato il totale controllo della valle del Panjshir, l'ultima sacca di resistenza da quando hanno preso il potere in Afghanistan a metà agosto. "L'Emirato islamico è molto sensibile alle insurrezioni. Chiunque tenti di portarne aventi una sarà colpito duramente. Non ne permetteremo un'altra", ha aggiunto. 

Il leader del movimento di resistenza nella valle afghana del Panshir ha rivolto oggi un appello per una "rivolta nazionale" contro i talebani.

In un messaggio audio inviato ai media, il comandante del Fronte di Resistenza Nazionale Ahmad Massoud ha dichiarato: "Ovunque tu sia, dentro o fuori, ti invito a iniziare una rivolta nazionale per la dignità, la libertà e la prosperità del nostro Paese"

A quanto si apprende, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è arrivato a Islamabad. A breve si trasferirà in elicottero alla frontiera di Torkham, tra Pakistan e Afghanistan. Prima un passaggio alla base militare di Torkhan, a seguire briefing sui transiti e sulle misure predisposte da parte pakistana alla frontiera con l'Afghanistan. Subito dopo incontrerà il capo di stato maggiore dell'esercito pakistano. A seguire incontro con il ministro degli Esteri e il primo ministro pakistano.

L'Iran, intanto, condanna "con fermezza l'assalto" dei Talebani contro il Panshir, ultima sacca di resistenza in Afghanistan, di cui il movimento fondamentalista ha rivendicato di aver conquistato il "totale" controllo. "Le notizie provenienti dal Panshir sono davvero inquietanti", ha detto stamani il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Saeed Khatibzadeh, nel consueto punto stampa del lunedì. Parole di condanna anche contro "ogni ingerenza straniera" in Afghanistan, in un apparente riferimento al Pakistan, che nei giorni scorsi ha inviato a Kabul il capo dei suoi servizi segreti (Isi) per colloqui con i talebani sul futuro governo e la sicurezza nel Paese. "Vorremmo informare i nostri amici, e quelli che potrebbero fare l'errore strategico di entrare in Afghanistan con diverse intenzioni, che l'Afghanistan non è un Paese che accetta il nemico o l'aggressore", ha dichiarato il portavoce iraniano.

La forza di resistenza anti-talebana ha reso noto che continuerà a combattere: poche ore dopo l'annuncio dei talebani di aver preso il controllo "totale" della valle, il Fronte di resistenza nazionale (Nfr) ha affermato di essere presente in "posizioni strategiche" in tutta la valle, aggiungendo che "la lotta contro i talebani e i loro partner continuerà".

"Dobbiamo insistere perché i talebani rispettino le loro promesse e sviluppino un Afghanistan moderato". Così l'ambasciatore Ue in Afghanistan, Andreas Von Brandt in audizione al Parlamento europeo, auspicando che il neo governo dei talebani sia "più inclusivo da tutti i punti di vista, non solo simbolico", ha aggiunto. "L'Ue sarà ferma rispetto alle condizioni poste - ha precisato -: il rispetto delle donne e delle bambine sarà una condizione per qualsiasi dialogo politico e interazione con i talebani e il nuovo governo, per garantire che i progressi degli ultimi 20 anni vengano salvaguardati".

"Stiamo valutando gli sviluppi sul campo in Afghanistan", mentre sulla futura presenza diplomatica Ue per ora "è prematuro fare speculazioni". Lo ha detto Nabila Massrali, una delle portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, precisando che è importante che "la situazione della sicurezza lo consenta" e che arrivi una "risposta da parte dei talebani sulle cinque condizioni annunciate da Borrell". Borrell nel corso della ministeriale esteri in Slovenia la scorsa settimana ha elencato cinque condizioni, sulla base delle quali sarà giudicato il comportamento dei talebani: che il Paese non diventi la base per il terrorismo; il rispetto dei diritti delle donne; la formazione di un governo inclusivo; accesso libero per gli aiuti umanitari; la partenza degli stranieri e gli afghani a rischio che vogliono lasciare il Paese.

   

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