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Il fuoco assedia il Sud, bruciano la Calabria e la Sicilia

Draghi, apprensione per incendi, ora piano straordinario

Il sud Italia brucia ancora. Il fuoco sta assediando soprattutto la Sicilia e la Calabria dove vasti incendi stanno continuando a divorare le aree boschive. E con le temperature record di questi giorni rimane massima l'allerta in tutta la Penisola, dove sono in arrivo anche tre canadair francesi attraverso il meccanismo di Protezione civile europeo. La situazione è seguita da vicino dal presidente del Consiglio Mario Draghi che oggi ha telefonato al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. "Mi ha chiamato il presidente Draghi, assicurando pieno sostegno alla nostra comunità e all'intera Calabria - ha scritto su twitter il primo cittadino - . Abbiamo condiviso risarcimenti per le comunità colpite dagli incendi, piano straordinario di messa in sicurezza del territorio e il rimboschimento delle aree verdi distrutte". Nella telefonata, ha reso noto Palazzo Chigi, il premier ha detto che Il governo metterà in cantiere un programma di ristori per le persone e le imprese colpite, insieme a un piano straordinario di rimboschimento e messa in sicurezza del territorio. Mentre domani il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio sarà a Reggio Calabria per verificare sul campo la situazione e guidare personalmente il seguito delle operazioni.

Sono 33 gli interventi che i Canadair e gli elicotteri della flotta dello Stato hanno effettuato nella giornata di oggi per contribuire allo spegnimento degli incendi, con le regioni del sud che ancora una volta sono le più colpite. La maggior parte delle richieste, nove, sono arrivate dalla Sicilia - dove sono operativi dal 31 luglio anche 150 volontari del sistema di protezione civile - e dalla Calabria, dove invece i volontari in servizio sono 70, dall'8 di agosto, e da oggi pomeriggio stanno operando anche 3 Canadair francesi attivati grazie al meccanismo europeo di protezione civile. Seguono il Lazio, con 6 richieste, la Campania con 5, la Sardegna con 2, la Puglia e la Basilicata con una ciascuna. Al momento sono stati messi sotto controllo 12 incendi mentre su uno ancora non è stato possibile inviare mezzi aerei. "La maggior parte degli incendi - ribadisce la Protezione Civile - è causata da comportamenti superficiali o, spesso, dolosi". Per questo "la collaborazione dei cittadini può essere decisiva nel segnalare tempestivamente al numero di soccorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco 115 o, dove attivato, al numero unico di emergenza 112 anche le prime avvisaglie di un possibile incendio boschivo, fornendo informazioni il più possibile precise".

E nella notte scorsa nuovi roghi sono divampati in provincia di Palermo. Ad essere colpite, ancora una volta, le montagne delle Madonie. Le fiamme hanno interessato le zone di Polizzi Generosa, Castellana Sicula e Geraci. Da questa mattina è tornata a bruciare anche la zona delle Petralie, devastata nei giorni scorsi da decine di incendi che hanno distrutto ettari ed ettari di bosco e macchia mediterranea. Per tutta la notte vigili del fuoco, forestali e operatori della protezione civile hanno cercato di proteggere aziende e abitazioni. Mentre il sindaco di Petralia Soprana, Pietro Macaluso, fa la conta dei danni: una decina di cittadini intossicati e più di cento persone evacuate. "Siamo stati sotto attacco - ha sottolineato -. Non si capisce perché, ma le Madonie sono state colpite in modo chiaro. Alle favole crediamo quando siamo piccoli". E a Linguaglossa, in provincia di Catania, un'area boschiva a ridosso del parco dell'Etna è stata divorata dal fuoco. L'incendio ha distrutto anche alcuni vigneti e casolari di agricoltori. Intanto a Pergusa, in provincia di Enna, le fiamme hanno raggiunto la riserva naturale. Almeno sei i punti dai quali il fuoco si è sviluppato avvolgendo tutta la conca pergusina. Il bagliore dell'incendio era visibile nella notte anche da Enna. Continua a bruciare anche la Calabria. "Sono 59 i roghi attivi. Un dato in diminuzione rispetto alla giornata di ieri, ma la situazione continua a essere grave" ha detto il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì. Le criticità maggiori si registrano nel Reggino: da Cardeto a Grotteria, da Mammola a San Luca e Cittanova. Ieri la Giunta regionale ha chiesto formalmente al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza.

Dal 15 giugno, data d'inizio della campagna antincendi boschivi, i Vigili del fuoco hanno effettuato 48.656, oltre 20mila in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (quando furono 28.160). Secondo i dati del centro operativo nazionale dei Vigili del Fuoco, per ritrovare numeri simili bisogna tornare al 2017, quando gli interventi fino all'11 agosto furono 50.004. Rispetto allo scorso anno, inoltre, sono più che raddoppiati anche gli interventi dei Canadair - 879 contro 359 - e le ore di volo della flotta aerea dello Stato: 3.975 quest'anno, 1.820 nel 2020. Nel 2017, invece, gli interventi dei velivoli furono 1.377 e le ore di volo 6.155.
   
"Continua da giorni, senza sosta apparente, il dramma incendi nel nostro Paese". Lo affermano i ministri di FI Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna. "Abbiamo già pianto diverse vittime, e stiamo perdendo di ora in ora un patrimonio naturalistico di inestimabile valore", dicono. "L'esecutivo lavorerà per ristorare anche economicamente le comunità maggiormente danneggiate. Ma occorre anche intervenire a monte, rafforzare i controlli e punire duramente i responsabili di queste immani tragedie. Proporremo di modificare, dunque, la legge sugli incendi, con pene più severe per i piromani".

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