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Talebani a 60 chilometri da Kabul, 'Amnistia per chi ha collaborato'

Gi Stati Uniti hanno annunciato l'invio di truppe per evacuare i propri cittadini. Prese anche le città di Ghazni e Herat, conquistate 10 province in una settimana

I talebani hanno conquistato anche la città di Pul-i Alam, capoluogo della provincia di Lowgar, una sessantina di chilometri a sud di Kabul. I Talebani, in un comunicato ufficiale, promettono una "amnistia generale" per chi ha collaborato con il governo di Kabul e le "forze occupanti". Nel testo dell'Emirato islamico si assicura che i diplomatici stranieri "non verranno toccati", così come le proprietà private e imprenditoriali.

Pentagono, preoccupati da rapidità avanzata - "Siamo certamente preoccupati dalla rapidità dell'avanzata dei Talebani": lo ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby, confermando che le nuove truppe Usa arriveranno a Kabul nel weekend.

La Nato riunisce un incontro urgente sul deterioramento della situazione in Afghanistan dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato l'invio di truppe per evacuare i propri cittadini. Lo hanno riferito fonti diplomatiche e ufficiali. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg condurrà le discussioni con gli inviati dei 30 alleati nella riunione convocata per le 15.00 (13.00 GMT). Una fonte sostiene che la riunione si concentrerà sulla pianificazione dell'evacuazione dall'Afghanistan. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito ieri sera telefonicamente il premier Mario Draghi per fare il punto sulla situazione in Afghanistan alla luce degli ultimi sviluppi dopo l'avanzata dei talebani. Durante il colloquio è stata ribadita la necessità di procedere con la massima attenzione per mettere in sicurezza anche il personale dell'ambasciata italiana a Kabul. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha convocato oggi una riunione straordinaria del comitato di emergenza Cobra, organismo che si occupa di dossier urgenti relativi alla sicurezza nazionale, per "discutere dell'attuale situazione" in Afghanistan. Lo ha reso noto Downing Street. La riunione segue la decisione del governo di Londra, confermata dal ministro della Difesa, Ben Wallace, d'inviare 600 militari nel Paese asiatico per evacuare circa 3000 britannici tuttora residenti a Kabul o in altre città e alcuni cittadini di Paesi alleati di fronte alla travolgente avanzata dei Talebani.

Usa pronti evacuare migliaia persone al giorno - "Se necessario aggiusteremo la scadenza del ritiro" dall'Afghanistan per permettere di evacuare gli americani nel Paese: lo ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, sottolineando come gli Usa sono "pronti a evacuare da Kabul migliaia di persone al giorno". 

Guerini, continua trasferimento afghani in Italia - "Nonostante il rapido deterioramento delle condizioni di sicurezza, sono pienamente in corso le attività per il trasporto umanitario del personale afghano che ha collaborato con l'Italia. Stiamo seguendo con grande attenzione e apprensione la situazione in Afghanistan. La Difesa italiana, come sempre, è operativa h24". Così il ministro Lorenzo Guerini, in costante contatto con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e con il premier Mario Draghi sulla situazione in Afghanistan. Con Draghi c'è stata una telefonata per approfondire la situazione, in particolare sul trasferimento degli afghani e sulla sicurezza dell'ambasciata.

Johnson, nessuna soluzione militare a avanzata talebani - Il Regno Unito deve restare "estremamente fiero" di quanto fatto nei 20 anni di presenza militare in Afghanistan a fianco di Usa e altri alleati Nato, ma il ritiro era inevitabile dopo la decisioni di Washington e al momento "non c'è soluzione militare" di fronte all'avanzata dei Talebani. Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson dopo una riunione urgente del comitato d'emergenza Cobra sul dossier afgano nella quale si è confermato l'impegno per trasferire nel Regno pure i collaboratori afgani che hanno lavorato per le forze britanniche. Sancito infine il rientro di "una vasta parte" del personale diplomatico a Kabul.

Biden rischia la disfatta, 'Kabul come Saigon' - "Kabul come Saigon". Di fronte all'inarrestabile avanzata dei Talebani Joe Biden finisce nella bufera per quella che in Afghanistan si preannuncia come una vera e propria disfatta. E non c'è commentatore sulle tv o sui giornali che in queste ore non evochi il drammatico parallelo con l'umiliante fine di un'altra guerra durata vent'anni, quella del Vietnam. Era l'aprile del 1975, e le immagini di centinaia di americani che fuggono sugli elicotteri dal tetto dell'ambasciata Usa restano indelebili nella storia del Paese. Oran lo spettro che la storia si ripeta è reale, con Joe Biden accusato di aver combinato un vero e proprio "disastro", e non solo dagli avversari politici: "Grazie alla sua decisione si è passati in poche settimane da una situazione imperfetta ma stabile a un caos e un'emergenza globale", attaccano i repubblicani . Il presidente americano, che nel fine settimana seguirà gli sviluppi della situazione da Camp David, non arretra però di un millimetro sulla sua decisione di lasciare il destino dell'Afghanistan in mano agli afghani. Ma oramai sa anche lui che sta perdendo la scommessa. Quando ha annunciato la fine della guerra e il completo ritiro dei militari Usa dall'Afghanistan entro il 31 agosto lo ha infatti deciso contro il parere di gran parte dei vertici del Pentagono, delle forze armate e dell'intelligence, basandosi quasi prevalentemente sul suo istinto e sulla sua esperienza, spiegano diversi osservatori. Ma mai Biden avrebbe immaginato un tracollo simile delle forze di sicurezza afghane, per addestrare e armare le quali gli Usa hanno speso oltre 80 miliardi di dollari a partire dal 2002. Un errore di valutazione che forse non ricade solo sulle spalle del presidente, con la rapida avanzata dei Talebani che mette in discussione quanto fatto davvero in 20 anni dagli Usa e dagli alleati. Col rischio ora che l'Afghanistan torni ad essere un porto sicuro per i terroristi di al Qaeda o dello Stato Islamico.

La situazione sul campo - I talebani hanno conquistato oggi anche la città di Pul-i Alam, capoluogo della provincia di Lowgar, una sessantina di chilometri a sud di Kabul, ha detto un membro del consiglio provinciale citato dall'agenzia Afp. Da Herat nell'ovest a Ghazni, nell'est, passando per Kandahar e Laskar Gah, uno dopo l'altro i capoluoghi di provincia afghani cadono nelle mani dei Talebani, che si stanno rimpadronendo con sorprendente velocità del Paese. L'avanzata ricorda quella che li vide protagonisti alla metà degli anni Novanta, quando arrivarono ad instaurare il Califfato guidato dal Mullah Omar. Le loro forze sono ormai arrivate  a150 chilometri dalla capitale Kabul, verso la quale fuggono migliaia di civili in condizioni disperate. La caduta della capitale sembra essere ormai solo questione di tempo, e la misura del dramma è data dalla proposta avanzata dal governo agli insorti di una condivisione del potere in cambio della fine delle ostilità. La Germania e gli Usa hanno invitato i propri cittadini a lasciare la città e Washington, esprimendo "grave preoccupazione", ha annunciato che invierà forze militari per evacuare parte del personale dell'ambasciata. La rappresentanza diplomatica rimarrà tuttavia aperta, con lo staff ridotto all'indispensabile, mentre si valuta un suo spostamento nell'area dell'aeroporto. A Kabul, riferiscono all'ANSA fonti locali, la situazione è calma, ma cresce la paura per l'avvicinarsi dei jihadisti mentre la città si sta riempiendo di sfollati fuggiti dalle aree dove infuriano i combattimenti. In meno di una settimana i Talebani si sono impadroniti di un terzo dei capoluoghi di provincia, mentre a causa della recrudescenza dei combattimenti a partire da maggio, in seguito al ritiro delle forze Usa e Nato, quasi 400.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case. Ghazni, la città più vicina alla capitale conquistata dai jihadisti, è stata consegnata in cambio di un lasciapassare dal governatore, Mohammad Davud Laghmani, che poi è stato intercettato e arrestato dalle forze governative mentre fuggiva. "Non accetteremo una presa del potere violenta o con la forza da parte di nuovi regimi", ha affermato Sequi. Cioè del Califfato abbattuto dall'intervento anglo-americano del 2001. Ma una fonte del governo citata dall'agenzia Afp ha detto che, tramite la mediazione del Qatar, Kabul ha sottoposto ai Talebani la proposta "di condividere il potere in cambio della fine della violenza nel Paese".

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