Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mondo
  1. ANSA.it
  2. Mondo
  3. Vax Day in tutta Europa, ma è polemica sul numero delle dosi

Vax Day in tutta Europa, ma è polemica sul numero delle dosi

Putin annuncia l'intenzione di vaccinarsi, oltre un francese su due non intende farsi inoculare il farmaco

Dopo una gestione della pandemia non sempre all'insegna dell'unità, l'Ue può festeggiare - almeno come momento simbolico - un avvio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 scattato all'unisono in tutti i suoi Paesi membri. O quasi, visto che alcuni - Germania, Slovacchia e Ungheria - hanno bruciato gli altri sul tempo somministrando le prime dosi già sabato.

Un traguardo, quello del Vax Day, voluto e vissuto in ogni caso come un successo a Bruxelles. Anche se a incrinare l'enfasi per quella che alcuni in termini militareschi hanno descritto come "l'inizio della vittoria" contro il virus, sono state - perlomeno in Italia - le polemiche scoppiate sui numeri delle dosi ricevute inizialmente dai Paesi. In particolare, la Germania ha ottenuto 151.125 flaconcini: 9.750 per ciascuno dei suoi 16 Stati regionali, eccetto il più piccolo - Brema - che ne ha avuto la metà. Lo stesso numero, 9.750 - e su questo ha trovato terreno fertile la polemica - è quello delle dosi consegnate a molti Stati europei, Italia compresa. Esattamente il doppio, invece, sono quelle arrivate in Francia: 19.500.

"L'Italia si organizzi bene e non arrivi ultima. In Germania ci sono centinaia di migliaia di dosi, in Italia alcune migliaia simboliche. Spero che Arcuri, che ha fallito sulle mascherine, sulla scuola, su Ilva, non fallisca su una battaglia così importante", ha incalzato il leader della Lega Matteo Salvini. Ma dall'ufficio del commissario italiano per l'emergenza hanno negato che esista "alcuna discriminazione" nei confronti dell'Italia. Per il Vax Day, sostengono, la Germania avrebbe avuto "11 mila dosi" e "le 150 mila che le sono state consegnate fanno parte delle forniture successive", che nel nostro Paese arriveranno a partire dal 28 con un piano di distribuzione che prevede di avere 470 mila dosi alla settimana.

Intanto ciascun Paese ha fissato le proprie priorità nei piani di vaccinazione: i primi a poter ricevere il farmaco sono generalmente operatori sanitari e altri gruppi vulnerabili, come gli anziani o le persone malate. Diversi comunque anche i leader che, nello sforzo di convincere il maggior numero di persone a vaccinarsi, in questa prima giornata si sono arrotolati la manica della camicia davanti a fotografi e telecamere: dal premier ceco Andrej Babis a quello greco Kyriakos Mitsotakis. In Europa non c'è alcun obbligo di sottoporsi al vaccino, come ha ribadito ancora una volta per la Francia il presidente Emmanuel Macron, ed è questa la linea seguita nei principali Paesi del Vecchio Continente. Compresa la Russia, dove peraltro anche il presidente Vladimir Putin ha annunciato l'intenzione di farsi inoculare il farmaco Sputnik V. Dopo l'approvazione a tempi record del primo vaccino la riuscita della campagna dovrà dunque fare i conti con lo scetticismo di numerosi cittadini europei. E se secondo un sondaggio YouGov commissionato dalla Dpa, il 65% dei tedeschi vuole essere vaccinato, ancora una volta la Francia si conferma una delle nazioni più refrattarie: oltre un francese su due, il 56%, non intende farsi iniettare il farmaco, secondo un sondaggio Bva pubblicato da Le Journal du Dimanche. E appena il 13% si dichiara "certo" di farlo.

      RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

      Video ANSA



      Modifica consenso Cookie