L'ex generale cristiano Michel Aoun è stato eletto presidente del Libano dal Parlamento, dopo un vuoto di due anni e mezzo causato da un braccio di ferro tra lo schieramento a guida sunnita e quello a guida sciita.
Aoun, 81 anni, già nemico della Siria, è oggi vicino al movimento sciita Hezbollah, al governo di Damasco e all'Iran.
L'accordo tra le forze politico-confessionali dovrebbe riportare alla carica di premier il sunnita Saad Hariri, alleato dell'Arabia Saudita.
Aoun ha ottenuto 83 voti su un totale di 127 membri del Parlamento votanti, superando così agevolmente la maggioranza assoluta richiesta a partire dalla seconda votazione. Poco prima aveva mancato per un solo voto la maggioranza dei due terzi necessaria per essere eletto alla prima votazione. Immediatamente dopo che Aoun ha raggiunto il quorum del 50 per cento più uno, i suoi sostenitori si sono abbandonati a scene di giubilo in vari quartieri di Beirut, mentre rimbombavano gli scoppi dei fuochi d'artificio. Le tensioni tra i due maggiori raggruppamenti politico- confessionali libanesi, sostenuti da Teheran e da Riad, dovute alla guerra nella vicina Siria, avevano determinato lo stallo durato oltre due anni e mezzo per l'elezione del nuovo presidente, dopo la fine del mandato di Michel Sleiman nel maggio del 2014. Le elezioni legislative che erano in programma nel 2013 sono state invece rinviate al 2017, con un voto del Parlamento. Quella che oggi ha eletto il capo dello Stato, dunque, è un'assemblea che ha deciso di rimanere al suo posto per un intero mandato aggiuntivo senza ricorrere alla consultazione popolare.