"Troveremo gli autori del linciaggio e li assicureremo alla giustizia". Lo ha detto Benyamin Netanyahu riferendosi ai fatti accaduti ieri sul Golan dove drusi del luogo hanno attaccato una ambulanza dell'esercito e linciato un ribelle siriano ferendo al tempo stesso due soldati. "Siamo uno stato di diritto e - ha aggiunto il premier - non vogliamo far parte dell'anarchia che dilaga intorno a noi".
La rabbia dei drusi israeliani, angosciati per la sorte dei loro fratelli in Siria minacciati dall'avanzata jihadista, si è scatenata ieri sera sulle alture del Golan contro un'ambulanza militare israeliana che trasportava due combattenti siriani feriti nella vicina guerra civile, uccidendone uno e lasciando in gravissime condizioni l'altro. Netanyahu già subito dopo l'attacco ha detto che "non permetteremo a nessuno di farsi la legge da solo e di ostacolare i militari di Israele che compiono il loro dovere", invitando i drusi ad "agire subito per calmare la tensione". Il "dovere" a cui si riferisce nel caso specifico Netanyahu è il servizio di soccorso dei feriti nel conflitto siriano compiuto da diversi mesi dai militari israeliani al confine, cioè dal Golan. Ed è proprio nella zona di confine, dove vive il grosso della comunità drusa - che serve regolarmente nell'esercito a fianco degli ebrei ed ha parlamentari nella Knesset - che stasera si è scatenata la rabbia: l'attacco con pietre e altre armi nel villaggio druso di Majdan Shams, dal quale si vede il territorio siriano, contro un'ambulanza militare quando s'è diffusa la voce che trasportava dei miliziani feriti. Uno dei miliziani è morto per le percosse, l'altro è stato trasportato in gravissime condizioni in un ospedale militare. Leggermente ferito l'equipaggio. Poche ore prima un analogo tentativo aveva preso di mira un'ambulanza nel villaggio di Hurfeish, di cui danno notizia vari media.