Il licenziamento da parte della Cgil dell'ex portavoce Massimo Gibelli finisce nell'aula della Camera in una interrogazione di Fdi alla ministra del Lavoro, Marina Calderone. Sul caso "agli atti delle strutture ministeriali non risultano specifiche segnalazioni", ma "il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali vigilerà sulla vicenda segnalata e, come per tutti i datori di lavoro, verranno svolti gli opportuni controlli di legge", risponde Calderone durante il question time.
La Cgil per ora non replica, ma nell'ambiente c'è chi parla di "attacco politico" al sindacato rimarcando che, anche dando vita a manifestazioni come la prossima del 7 ottobre a Roma in piazza San Giovanni in difesa della Costituzione, esprime le proprie posizioni e proposte e chiede risposte al governo.
Gibelli, storico portavoce di Sergio Cofferati e poi, una volta rientrato nel sindacato, di Susanna Camusso e per un periodo più breve di Maurizio Landini, lo scorso 4 luglio è stato licenziato dalla Cgil "per giustificato motivo oggettivo". Licenziamento che è stato impugnato. Sulla vicenda Landini è intervenuto ribattendo che nel 2021, nell'ambito di una riorganizzazione interna, è stato deciso di eliminare la figura del portavoce del segretario generale.
Ora l'interrogazione, presentata dal deputato di Fratelli d'Italia Tommaso Foti, sulle problematiche emerse con riferimento alla Cgil in qualità di datore di lavoro. La ministra risponde riferendo gli esiti di verifiche fatte negli anni. L'Ispettorato nazionale del lavoro ha accertato, nel corso del 2019, presso una sede della Cgil, "la violazione della norma che vieta il pagamento in contanti delle retribuzioni e la presenza di un rapporto di lavoro irregolare". Le sanzioni sono state poi regolarmente pagate.
Quest'anno, continua la ministra, presso le sedi territoriali dell'Ispettorato "sono state concluse due conciliazioni" a seguito di "rivendicazioni di lavoratori dipendenti della Cgil in ordine al trasferimento di sede", chiuse con accordi che hanno previsto "la risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro e il riconoscimento a titolo transattivo di una somma di denaro". Sempre nel corso di quest'anno, "risulta agli atti dell'Ispettorato una richiesta presentata da un ex dipendente che verte sul riconoscimento del livello superiore rispetto al formale inquadramento professionale ed il cui tentativo di conciliazione si è concluso con esito negativo per mancato raggiungimento di un accordo tra le parti". Infine, riferisce ancora Calderone, "è stata effettuata anche una conciliazione per un caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo e in quella sede è stato trovato un accordo per la corresponsione del trattamento di fine rapporto".
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