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Ponte 1 novembre spinge il turismo, città d'arte star

Santanchè, settore resiste pur con caro energia, lo sosterremo

ROMA - Se nei giorni scorsi Federalberghi prevedeva che il fortunato ponte del 1 novembre avrebbe spinto a una piccola vacanza circa 11 milioni e 800 mila italiani, ovvero quasi il 20% della popolazione, con un conseguente giro di affari di 3,45 miliardi, oggi, seppure con numeri diversi, arriva la conferma del buono stato di salute del turismo in Italia anche da Assoturismo, Federturismo e da Confindustria Alberghi.

Ne gioisce la neo ministra Daniela Santanchè che però riconosce come il rincaro delle bollette stia diventando sempre più pesante su un settore altamente energivoro come quello dell'ospitalità e della ristorazione turistica: "I dati che emergono dalle previsioni sul Ponte del 1 novembre sono incoraggianti, superiori non solo a quelli dello scorso anno ma anche a quelli pre-pandemici, ed evidenziano un settore che resiste, nonostante la crisi energetica. È nostro dovere - promette - impegnarci per valorizzare e sostenere sempre di più il comparto, che rappresenta un fondamentale volano per la crescita della nazione".

Secondo l'associazione turistica di Confesercenti tra il 28 ottobre e il 1 novembre le strutture ricettive italiane dovrebbero registrare 5 milioni di pernottamenti, 1,2 milioni in più dello scorso anno, che però scontava ancora alcune limitazioni legate alla pandemia. Ci sarà un tasso di occupazione dell'offerta analogo a quello registrato per lo stesso periodo del 2019, anche se sui portali si rileva il 20% di strutture in meno (probabilmente a causa del caro energia). Il tasso di occupazione delle strutture attive nelle città/centri d'arte si attesta all'88%, con punte di oltre il 90% nelle principali città italiane.

Per Federturismo saranno 7 milioni, in linea con il 2019, gli italiani che si metteranno in viaggio. L'85% rimarrà in Italia trascorrendo in media 2 notti fuori casa, in prevalenza presso parenti e amici, ma anche nelle strutture alberghiere in cui il tasso di occupazione supera il 70% con punte dell'84% a Roma. I connazionali che andranno fuori Italia preferiranno le capitali europee (Parigi e Barcellona in vetta), mentre quei viaggiatori che vorranno godersi gli sgoccioli di questa coda estiva sceglieranno Canarie e Malta.

Conferma il perdurare della ripresa anche l'associazione degli hotel di Confindustria: rispetto allo stesso periodo del 2019 le principali città d'arte fanno registrate un tasso di occupazione delle strutture alberghiere che supera il 70%, addirittura in aumento del 1% rispetto al dato pre crisi. Al primo posto Roma con un tasso di occupazione che ha raggiunto l'84% (+1% rispetto al 2019), a seguire Firenze con un tasso del 75% ma in forte aumento rispetto al dato pre-crisi con un + 3,5% rispetto al 2019.

"Abituati a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, per noi lo scenario che si presenta è tutto sommato positivo - ha detto nei giorni scorsi il presidente di Federalberghi Benarbò Bocca - ma i fortissimi rincari legati al tema dell'energia pesano come macigni sui cittadini e sulle imprese. Auspichiamo per questo che l'agenda del nuovo governo evidenzi questa drammatica emergenza in cima alle priorità".

"Le preoccupazioni - spiega Maria Carmela Colaiacovo, presidente dell'Associazione Italiana Confindustria Alberghi - si concentrano sui conti delle nostre imprese su cui grava drammaticamente l'aumento dei costi dell'energia che mette a rischio l'operatività nei mesi invernali, quando fisiologicamente si riduce l'occupazione camere. In assenza di interventi rinnovati e potenziati rischiamo che, malgrado la domanda, ci siano aziende costrette a sospendere l'attività. Ma siamo fiduciosi, sappiamo che il governo e il neo ministro sono consapevoli e fortemente impegnati su questo punto".

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