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Tim, Cdp scende in campo, titolo vola in Borsa

Per Vivendi Cassa Depositi e Prestiti benvenuta, 'non è mossa ostile'


"Ogni azionista è benvenuto se porta valore aggiunto e l'ingresso della Cdp non viene considerato un'operazione ostile anche perché se lo fosse sarebbe un messaggio negativo per tutti gli investitori stranieri che investono sull'Italia". E' questa, secondo quanto fanno notare fonti finanziarie, la posizione di Vivendi rispetto alla vigilia dell'ingresso di Cdp nel capitale di Tim ufficializzato oggi.

Cdp avrà circa una settimana di tempo per procurarsi le azioni di Tim se vorrà votare sulla revoca dei consiglieri di Vivendi nell'assemblea del 24 aprile. Lo rilevano gli analisti di Fidentiis. "Riteniamo che la Cdp dovrebbe decidere di acquistare la sua quota prima del 13 aprile che è la 'record date' per l'assemblea in programma del 24 aprile se vuole supportare la richiesta di Elliott di sostituire sei consiglieri" affermano gli analisti che giudicano la discesa in campo della Cdp una "notizia positiva" in quanto "potrebbe accelerare una fusione con Open Fiber e il riconoscimento di un modello 'Rab' per la rete, necessario per la quotazione". La 'record date' dell'assemblea del 24 aprile è indicata nell'avviso di convocazione. "E' legittimato all'intervento in Assemblea e al voto - si legge - colui per il quale l'intermediario di riferimento trasmetta alla società l'apposita comunicazione attestante la spettanza del diritto alla data del 13 aprile 2018".

Cdp scende in campo, dossier su tavolo cda - Cassa Depositi e Prestiti, il braccio finanziario del Tesoro, apre il dossier Tim e oggi ha deliberato di acquistare fino al 5% del gruppo di Tlc. Si apre così un altro fronte per Vivendi, il socio di controllo francese, già minacciato dal fondo attivista americano Elliott. Sul tema della Rete, quello che più sta a cuore a Cdp, l'ad di Tim Amos Genish è intervenuto intervistato dal quotidiano francese Les Echos: è un "imperativo" che Tim "controlli la sua rete. Ovunque dove gli operatori non hanno seguito questa strategia (ci sono esempi negli Usa, in Australia, o in Nuova Zelanda) ciò ha creato rischi inutili per una resa molto debole o nulla". Nella sortita di Cdp il presidente del consiglio uscente Paolo Gentiloni, e con lui i ministri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda (in rappresentanza del Ministero dell'Economia e delle Finanze azionista con l'82,77%), risultano allineati a Giuseppe Guzzetti presidente di Acri (le fondazioni bancarie detengono il 15,93% di Cdp) e ogni mossa risulta verificata anche con le principali forze politiche, dai 5 Stelle alla Lega fino a Forza Italia. La Cdp, interpellata dall'Ansa, non commenta.
    Lo scenario si complica anche per il fondo attivista Elliott, che fino a ieri era sicuro di riuscire a spodestare Vivendi dal controllo di Tim all'assemblea del 24 aprile. Ma non si possono saltare le tappe e i soci sanno che devono comunque segnare in agenda l'impegno del 4 maggio, data per la quale resta confermata la convocazione di un'assemblea ad hoc per il rinnovo del cda. Tim ricorda pertanto ai soci interessati il termine del 9 aprile per la presentazione delle liste di candidati per la nomina del Cda e, secondo quanto trapela, Assogestioni avrebbe rifiutato l'offerta di Elliott per la presentazione di una lista unitaria, in primis essendo impossibilitata per statuto a presentare una lista di maggioranza. L'assenza di un'intesa rischia di disperdere il voto dei fondi su due liste e complica il progetto del fondo Usa di sfilare a Vivendi la maggioranza del cda. Le liste per il cda di Tim vanno presentate entro lunedì 9 aprile.

Assogestioni avrebbe dato la disponibilità a una lista di minoranza lunga, a sette membri (alle minoranze spettano in base allo Statuto di Tim un terzo dei posti in cda). D'altra parte Assogestioni non sarebbe disponibile a convergere su una lista di maggioranza presentata da Elliott (il Tuf richiede che non ci siano collegamenti tra una lista di minoranza e maggioranza, ndr), che pure non avrebbe problemi a lasciare spazio a candidati graditi ai fondi italiani, avendo l'obiettivo di promuovere un cambiamento della governance e non di prendere il controllo della società con suoi rappresentanti in cda né di sostituire il management. Tim ricorda anche che "il cda della società è convocato per il 9 aprile per esaminare tale integrazione, alla luce delle motivazioni rese disponibili dal Collegio Sindacale, e assumere ogni opportuna iniziativa al riguardo". All'orizzonte c'è l'ipotesi di un ricorso d'urgenza in Tribunale per stoppare l'intervento del Collegio Sindacale, ritenuto un'ingerenza.

    Intanto l'ad di Tim Amos Genish si schiera palesemente al fianco del suo azionista di controllo: "Se Vivendi è entrata in Telecom Italia, lo ha fatto con una visione di lungo termine in quanto partner industriale. Tutto il contrario di un hedge fund come Elliott dalla politica di breve termine" dichiara al quotidiano francese Les Echos. In merito all'intesa tra Mediaset e Sky invece Genish invoca l'intervento dell'Antitrust, "non è nell'interesse degli italiani che ci sia meno concorrenza nel mercato della pay tv.
    Se necessario, chiederemo dei rimedi". 
   

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