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Draghi, su inflazione ancora nessuna vittoria. Allarme sui Bitcoin

Bce, rischio competizione a ribasso tasse dopo riforma fisco Usa

L'economia della zona euro si espande "in modo robusto", la crescita va "oltre le attese e sopra il potenziale" ma, nonostante l'inflazione si stia avvicinando all'obiettivo, "non possiamo ancora dichiarare vittoria". Perciò i tassi resteranno all'attuale livello ancora a lungo, e certamente oltre la fine del Qe. Il presidente della Bce Maro Draghi inaugura il nuovo anno di audizioni al Parlamento europeo con un messaggio di fiducia da una parte, e dall'altra avvertendo sui pericoli dei Bitcoin ("sono un asset molto rischioso"), che la Bce sta studiando. Intanto, in un'anticipazione del bollettino mensile, Francoforte mette in guardia anche dai possibili effetti negativi della riforma del fisco Usa: potrebbe scatenare una guerra fiscale globale a chi offre condizioni migliori alle imprese, erodendo così le basi imponibili dei Paesi Ue. "Anche se si è rafforzata la nostra fiducia che l'inflazione convergerà verso l'obiettivo" del 2%, "non possiamo ancora dichiarare vittoria su questo fronte", ha detto Draghi, ricordando che dopo un aumento al 2% all'inizio del 2017, da maggio l'inflazione fluttua tra 1,3% e 1,5%, ed è soggetta a "nuovi venti contrari" nati dalla recente volatilità nei tassi di cambio. Una situazione che, tra l'altro, ha implicazioni per le prospettive a medio termine che "richiedono uno stretto monitoraggio". Il presidente quindi rassicura sui tassi d'interesse, che resteranno "ai livelli attuali per un periodo esteso di tempo, e ben oltre l'orizzonte del programma di acquisto di asset". Sul fronte della crescita, invece, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: "L'economia della zona euro si espande in modo robusto, con tassi di crescita più forti delle attese e significativamente sopra il potenziale". Niente dell'euforia pre-crisi, avverte, ma comunque un Pil che secondo i primi dati è cresciuto del 2,5% nel 2017, ha di gran lunga superato le stime dell'1,7% di dicembre 2016. E anche l'occupazione, che continua a riprendersi, ha già raggiunto "i suoi livelli più alti dall'introduzione dell'euro". Ma non c'è spazio per compiacersi, anzi, bisogna affrontare le eredità ancora pesanti del passato come gli stock di crediti deteriorati, evitando che se ne accumulino altri. Draghi chiede "sforzi aggiuntivi" a banche, supervisori, regolatori e legislatori, "per creare un ambiente in cui gli npl possano essere smaltiti". Inoltre, va completata l'Unione bancaria con lo schema comune di garanzia sui depositi, perché "tutti nella zona euro dovrebbero aver fiducia che i soldi nel proprio conto hanno lo stesso livello di protezione". E va messo in campo anche il paracadute per il fondo salva-banche. Draghi poi avverte anche le banche sui Bitcoin: "Vanno considerati come asset molto rischiosi", e ha annunciato che la supervisione unica della Bce sta studiando come identificare i rischi prudenziali che pongono agli istituti. Ma i rischi vengono anche dagli Usa: secondo Francoforte, la riforma fiscale "rischia di intensificare la competizione fiscale a livello globale", e l'Eurozona "sarà influenzata dai cambiamenti nel panorama fiscale internazionale, le cui conseguenze sono altamente incerte e complesse".

   

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