(ANSA) - LONDRA, 30 MAR - Poco più di un mese per terminare
la stagione, trasformando la Premier League in un mondiale per
club, disputato in pochi stadi, a porte chiuse, con le 20
squadre isolate in ritiri forzati. Se negli ultimi giorni sempre
più club della massima divisione inglese hanno espresso dubbi
sull'opportunità di riprendere a giocare, la volontà della
maggioranza - tra dirigenti, giocatori e allenatori - resta
comunque di disputare le rimanenti 92 partite. Anche a costo di
stravolgere non solo il calendario, ma anche usi e abitudini del
calcio britannico. E sottoponendo i club ad un vero e proprio
tour de force, tra giugno e luglio, pur di salvare la stagione,
e con essa gli introiti commerciali e (soprattutto) televisivi.
L'idea è di giocare ogni tre giorni, così da completare il
programma al massimo in sei settimane. Adottando nel contempo
una serie di misure restrittive per minimizzare il rischio di
propagazione del coronavirus. A cominciare dalla sede delle
partite: non più gli stadi di ciascuna società, ma un numero
ristretto di impianti, geograficamente vicini, dove si
giocherebbe di fatto senza soluzione di continuità, prevedendo
anche più partite al giorno. Ovviamente senza pubblico: tutti
gli incontri verrebbero trasmessi in diretta tv, dalle pay-tv,
contrariamente a quanto accade durante l'anno.
Misure precauzionali eccezionali anche per proteggere le
squadre, così come per tutti gli addetti ai lavori: giocatori,
tecnici e dirigenti trascorrerebbero le ultime settimane del
campionato isolati in strutture riservate, lontani dalle
famiglie, costantemente monitorati dai rispettivi staff medici.
Un isolamento prolungato - anche per arbitri, cameraman,
responsabili della trasmissione tv - che impedirebbe ogni
contatto con il resto della società.
Questa settimana è prevista una video-conferenza tra i club di
Premier League per decidere quale strada percorrere, anche
rispetto al taglio degli stipendi. E di certo si discuterà di
questa ipotesi, mentre diverse società hanno ripreso gli
allenamenti, ancorché virtuali. E' il caso del Tottenham di José
Mourinho, che in collegamento video con i suoi giocatori,
separati nelle rispettive abitazioni, questa mattina ha diretto
il primo allenamento dopo diverse settimane. La Federcalcio
inglese ha disposto l'interruzione di tutti i campionati almeno
fino al 30 aprile, ma in pochi credono che già in maggio si
possa tornare a giocare. (ANSA).