VINCENZO PARDINI, VITA DI CRISTO E
DEL SUO CANE RANDAGIO (Vallecchi, pp. 320, 18 euro) - "Storia e
tradizione raccontano che la notte in cui nacque Gesù a Betlemme
faceva molto freddo. I pastori sorvegliavano le greggi dalle
intrusioni di briganti e lupi. Molti si riscaldavano attorno ai
falò. Ma quella era una notte movimentata come mai. Verso una
capanna incavata nella roccia si incamminavano persone a loro
sconosciute. Tra queste, in groppa a cammelli riccamente
bardati, tre uomini dal contegno severo e regale che parevano
venuti da molto lontano. Ma più delle persone, ad attirare gli
sguardi fu il passaggio di un cane enorme e bianco, anzi
candido, che spedito, fiutando il terreno, si era unito alla
processione diretta alla capanna, ora illuminata da una strana
stella". Inizia così il nuovo romanzo di Vincenzo Pardini, 'Vita
di Cristo e del suo cane randagio', dove la narrazione prosegue
sulla linea dei Vangeli, nel quale varie vicende di Cristo si
intrecciano con quelle dell'animale che mai lo abbandonerà.
Fedele e presente, il cane resterà da solo il giorno in cui Gesù
ascenderà al cielo, e randagio rimarrà finché, come promesso,
non tornerà sulla terra.
"Non so mai perché scrivo un romanzo - afferma Vincenzo
Pardini. - So solo che mi viene in mente un'idea, che non vuole
andarsene. Allora mi metto all'opera. Cosa analoga è accaduta
con quest'ultimo, Vita di Cristo e del suo cane randagio. Ogni
libro è una esperienza nuova. Ma questa è stata anche insolita.
Leggendo e rileggendo i Vangeli, e riportandone alcune frasi o
passaggi, mi accorgevo di quanto le mie parole non reggessero
al confronto del testo sacro. Erano meno di granuli di sabbia di
fronte a delle montagne. Sono sempre stato credente, ma non mi
ero mi chiesto come poter sentire la vicinanza di Dio".
"In particolare quello di Giovanni - dice - avvertivo
qualcosa di inspiegabile, per certi aspetti anche pauroso: la
nullità della mia mente e persona di fronte alla narrazione
evangelica, che mi entrava dentro, sentivo, per non uscirne più.
Mi sembrava di aver accanto un amico invisibile, con cui
dialogavo via pensiero. E insieme a noi, c'era il cane di
Cristo, che ho saputo essere davvero esistito. A suo modo un
apostolo, forse più devoto e fedele degli uomini".
Vincenzo Pardini, classe 1950, Collabora a La Nazione e alle
riviste Nuovi Argomenti e Paragone. Ha al suo attivo molti
romanzi, tra i quali Il falco d'oro (Mondadori, 1983); Il
racconto della Luna (Mondadori, 1987); Jodo Cartamigli
(Mondadori, 1989 da cui è stato tratto il film Il mio West e
vincitore del Gandovere Franciacorta e il Corrado Alvaro Rhegium
Julii); La terza scimmia (Quiritta, 2001, vincitore del premio
Pasolini per la narrativa); Lettera a Dio (Pequod, 2004,
vincitore del premio internazionale Rocca di Montemurlo); Storia
di Alvise e del suo asino biondo (Gaffi, 2004); Tra uomini e
lupi (Pequod, 2005, vincitore del Viareggio Repaci). Per
Vallecchi-Firenze nel 2023 ha pubblicato il romanzo Il valico
dei briganti.
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